No alla “legge mancia” che prevede i contributi alle piccole associazioni erogati direttamente dal Consiglio Regionale. Il Movimento 5 Stelle si schiera con forza contro la norma introdotta dal centrodestra che consente la concessione di finanziamenti fino a 5.000 euro da parte dell’organo legislativo. Per questo motivo il Gruppo ha deciso di non prendere parte alla votazione conclusiva dell’assestamento di bilancio presentato. “Non ce la sentiamo di votare una legge, di cui pure abbiamo approvato molti emendamenti e in cui sono state accolte anche nostre proposte, ma che è stata sporcata da un emendamento dei consiglieri di maggioranza” la motivazione dei portavoce.
“Abbiamo sempre considerato le poste puntuali delle furbizie burocratiche che oggi diventano anche furbizie politiche” commentano i consiglieri regionali pentastellati. “Il ricorso a una commissione che valuterà questi contributi non rassicura, anzi fa venire i brividi visto che in Regione di esperti in poste puntuali ce ne sono molti… La discrezionalità non è sempre limitabile da regolamenti e da esperti soprattutto considerando il numero di possibili beneficiari che risponderanno all’avviso pubblico e le risorse che sicuramente saranno molto limitate e che al momento non sono nemmeno state indicate”.
“Un anno fa – ricordano gli esponenti M5S – il presidente Fedriga stoppava ogni intervento puntuale nell’assestamento di bilancio 2018. Una mossa che evidentemente ha portato i consiglieri di maggioranza a cercare una valvola di sfogo. Con una norma di questo tipo si svilisce il ruolo del Consiglio regionale che dovrebbe occuparsi di scrivere leggi e non decreti di concessione di mini-contributi”.
“Questo compito dovrebbe essere riconosciuto ai Comuni e non ci dicano che non sono in grado di erogare cifre di questa entità visto che ci sono casi in cui piccoli Comuni sono chiamati a gestire opere da centinaia di migliaia di euro dopo l’emergenza maltempo – aggiungono i consiglieri regionali -. E se non ci si fida delle amministrazioni municipali e visti i continui annunci di reintroduzione delle Province, si affidi a queste la funzione, ma non al Consiglio Regionale”.