“Sconcertante la risposta del presidente del Consiglio comunale di Udine, Enrico Berti, all’interrogazione del M5S su Cafc e depuratore di Lignano”. Ad affermarlo sono il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, e il capogruppo pentastellato nell’assemblea udinese, Domenico Liano.
“L’ interrogazione – spiega Liano – intendeva chiedere lumi all’amministrazione comunale riguardo gli sforamenti dovuti agli sversamenti dell’impianto di Lignano, certificati da 6 rapporti su 15 in due anni. Cosa ha fatto il Comune di Udine, in quanto socio di Cafc, per stigmatizzare questa situazione? Quali sono le sanzioni da parte della Regione? C’è consapevolezza sulle ripercussioni economiche per il Comune di Udine e suoi cittadini? Ci sono altri impianti della stessa società che presentano elementi di criticità? Ci sembrava necessario porre queste domande e ancora più doveroso avere delle risposte”.
“Da anni ci occupiamo del depuratore e dello stato di salute delle acque interessate dai suoi scarichi – ricorda Sergo –. Troviamo assurdo che non ci sia alcun controllo sulle partecipate, le loro problematiche, i risvolti economici che ci sono. Rispondendo così il Comune di Udine dimostra che alle assemblee si va solo per alzare a comando una manina”. Il presidente del Consiglio comunale friulano, infatti, ha considerato l’interrogazione M5S non ammissibile in quanto il Comune detiene una quota minima di Cafc e le problematiche relative al depuratore riguardano un territorio diverso da quello udinese.
“Una risposta sconcertante – affermano Sergo e Liano – perchè se è vero che il Comune di Udine detiene il 3,3% di Cafc, va detto che questa quota è comunque maggiore rispetto a quella degli altri soci. Inoltre, qualsiasi investimento ed eventuali sanzioni vanno a incidere sulle casse del Comune e quindi sulle tasche dei cittadini. Sfuggire alle richieste di chiarimento non è certo il modo migliore di controllare le proprie partecipare”.