“Ci aspettavamo qualche risposta in più dall’audizione del vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, sulla gestione dell’emergenza coronavirus in Friuli Venezia Giulia. Ci auguriamo che nei prossimi giorni queste risposte arrivino, pur nella consapevolezza della difficoltà per tutti nel fronteggiare questa situazione”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle dopo la riunione della Commissione consiliare competente in materia di sanità.
“Innanzitutto c’è stata un’incongruenza nei numeri forniti per quanto concerne gli operatori sanitari contagiati – ha rilevato il consigliere Andrea Ussai -. In una recente riunione con i sindacati si è parlato di 299 casi, oggi il dato fornito è di 188. Ma, soprattutto, non è stata indicata alcuna motivazione per l’alto tasso di infezioni nel personale della sanità del Friuli Venezia Giulia rispetto alle altre regioni. Evidentemente il problema non è solo questione di mascherine e camici, ma di mancanza di protocolli e formazione. Mancanze nella catena di comando che hanno portato a una non omogeneità nelle procedure adottate tra le diverse Aziende sanitarie”.
“Siamo arrivati tardi purtroppo – ha aggiunto Ussai – anche per quanto riguarda l’attenzione agli spostamenti del personale e all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) nelle case di riposo. Alcune segnalazioni di familiari degli ospiti sostengono che, all’inizio dell’emergenza, le indicazioni erano di usare mascherine in casi molto limitati o addirittura di non usarle per non spaventare gli anziani”.
Sui fabbisogni di DPI si è soffermato il consigliere Cristian Sergo. “La Regione si è mossa fin da gennaio, in anticipo rispetto allo stato di emergenza dichiarato a livello nazionale e all’accentramento degli acquisti deciso dalla Protezione Civile il 26 febbraio, ma all’epoca già c’erano campanelli d’allarme lanciati dagli operatori e, come dimostrano i dati forniti dall’assessore, la Regione ha potuto continuare l’approvvigionamento. Ci sono state difficoltà nel reperimento dei dispositivi di protezione a tutti i livelli ma attendiamo i dati puntuali richiesti che non ci sono stati forniti. Condividiamo che la scellerata delocalizzazione di queste produzioni è la principale responsabile di queste mancanze, ma proprio per questo prendersela con l’attuale Governo è assolutamente inutile”.
“Oggi infine – ha concluso Sergo – è stato annunciato dalla Giunta regionale un percorso per arrivare a un protocollo condiviso con i sindacati per far ripartire le attività produttive. Viene però da chiedersi come alcune fabbriche vogliano produrre in deroga senza questo protocollo e chi controlla se le aziende operative stiano facendo rispettare le procedure di sicurezza per tutelare gli operai”.