“Da parte dell’assessore Riccardi non c’è stata alcuna risposta sulla sicurezza dell’erogazione dei pasti nell’Azienda sanitaria universitaria integrata Giuliano Isontina, né sul modello che si vuole adottare per questo servizio”. Lo sostiene il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, dopo la risposta del vicepresidente della Regione a una sua interrogazione in materia.
“Riccardi si è limitato ad affermare che l’ennesima proroga (oramai decennale) del contratto alla Serenissima Ristorazione S.p.A. di Vicenza, che attualmente eroga il servizio, prevista fino al 30 aprile 2021, potrebbe concludersi anticipatamente in caso di predisposizione dell’apposito bando da parte di ARCS e che ci saranno le garanzie previste dalle norme per il personale in caso di subentro” rimarca Ussai.
“Nessuno spazio per internalizzare il servizio ma soprattutto nulla è stato detto sulla sicurezza dell’erogazione dei pasti, in particolare sui percorsi per la consegna del cibo e alla disinfezione di tutti i reparti cucina e mensa e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione da parte dei 100 lavoratori della ristorazione – sottolinea il consigliere M5S -. Su questo aspetto ci sono state numerose segnalazioni del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, in assenza di un riscontro da parte della Direzione sulle verifiche svolte”.
“Attualmente, il cibo distribuito in ASUGI viene acquistato in Veneto, dove viene preparato con tecniche che ne consentono il consumo anche dopo 20 giorni – puntualizza Ussai -. Già nella scorsa legislatura, attraverso una mozione, avevo proposto di privilegiare pasti prodotti in ‘modalità espressa’ all’interno degli ospedali oppure preparati lo stesso giorno vicino alle sedi ospedaliere, garantendo tempi rapidi per la consegna tra la fine produzione e la fornitura, in modo da preservare la qualità”.
“Su questo tema avevo richiesto l’accesso agli atti sui risultati delle analisi dei 70 campioni di alimenti prelevati in data 30 marzo e 3 aprile 2018 presso l’ospedale di Cattinara a seguito della convenzione con l’Università di Trieste, ma la richiesta è rimasta inevasa e anche oggi in aula l’assessore non ha affrontato la questione. Avere una sede in FVG per la preparazione dei pasti consentirebbe di migliorare i controlli sulle materie prime nonché di utilizzare prodotti freschi e da filiere locali, con conseguenti ricadute positive – conclude Ussai – sui valori nutrizionali del cibo e sull’economia regionale”.