“Ancora una volta si sono privilegiati gli interessi di qualcuno sulla pelle dell’intera comunità”. Indignazione del Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle per la norma, approvata nell’ambito della legge omnibus il cui voto finale è previsto per oggi, che sposta il termine per la disinstallazione di slot machine poste entro 500 metri da luoghi sensibili (per esempio, scuole, centri giovanili, luoghi di culto) dal prossimo 3 agosto al 31 dello stesso mese del 2021. “Questa scelta è una di quelle scelte che ci porta a votare contro l’intero provvedimento”.
“In questo modo si consente a qualche locale che ospita gli apparecchi di avere degli introiti in più, ma gravando su persone fragili – affermano gli esponenti M5S -. Il centrodestra in questo modo lancia un messaggio estremamente grave, tanto più in un periodo di incertezza e difficoltà per molti: abbiamo più volte sentito la maggioranza affermare di avere a cuore il futuro dei cittadini, ma con l’approvazione di questo emendamento dimostrano esattamente il contrario”.
“Dove le previsioni di contrasto al gioco d’azzardo sono operative, come nel caso del Piemonte, i benefici sono evidenti. Nell’ottobre del 2018 avevamo presentato una mozione per pubblicizzare incentivi e sgravi fiscali, allo scopo di scongiurare eventuali proroghe, e lo stesso vicepresidente Riccardi, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Andrea Ussai a settembre 2019, escluse l’ipotesi di posticipare la scadenza del prossimo agosto proprio in virtù dei risultati positivi piemontesi” aggiunge il Gruppo.
“C’erano tre anni di tempo per adeguarsi a una legge approvata nel 2017 e per approvare il regolamento relativo alla concessione di contributi finalizzati alla copertura delle spese di riconversione delle sale ospitanti slot machine – ricordano i consiglieri -. Perché non è stato fatto? E perché oggi, dopo che a marzo era stato accolto un nostro ordine del giorno che sollecitava l’adozione del regolamento, si demanda il tutto a una delibera di Giunta? Domande a cui l’esecutivo regionale non ha dato risposta, dimostrando di non avere la volontà di risolvere la questione”.
“I primi dati evidenziano che, durante il periodo di lockdown, non c’è stato uno spostamento di massa verso il gioco online, come si vorrebbe far credere – conclude la nota -. La ripartenza dopo il lockdown non può significare la ripetizione di errori commessi prima dell’emergenza. Vogliamo rilanciare un’economia reale o malata? La priorità non può essere data alle slot machine ma alla tutela della salute; e se l’obiettivo è quello di aiutare gli esercenti, lo si faccia attraverso contributi per la riconversione che dovevano essere previsti da un regolamento colpevolmente mai approvato”.