“Come MoVimento 5 Stelle FVG abbiamo seguito fin dall’inizio l’iter della realizzazione del progetto per una strada che porti al rifugio Marinelli, accogliendo le istanze dei cittadini che si battono per la nostra montagna, che va valorizzata, non di certo inquinata e deturpata”. Lo affermano i consiglieri regionali pentastellati, Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo
“Le prime perplessità sono emerse quando si è deciso di procedere con i lavori, sfruttando le risorse messe a disposizione dal Governo Conte per ripristinare i danni causati dalla tempesta Vaia – ricordano i portavoce M5S-. Leggendo anche le relazioni presentate in Regione, la parola Vaia compare pochissime volte e già da qui si capisce che non siamo di fronte a interventi di ripristino o sistemazione di danni atmosferici ma di ben altro. Rimangono forti dubbi su quelle che sono le necessità e le finalità del progetto, soprattutto su quelli che saranno gli impatti paesaggistici, definito dalla stessa Società Alpina Friulana, proprietaria del rifugio Marinelli, inutili e dannosi. Già da qui si dovrebbe capire il paradosso di tutta questa vicenda”.
“La stessa SAF, insieme a Legambiente, si sta battendo da tempo anche contro l’inquinamento prodotto dalla nuova strada, perché di nuova strada si tratta, andando a insistere anche su quella che era una mulattiera che verrebbe sì ripristinata nella sezione originaria, ma soprattutto allargata con un nuovo piano di calpestio pari a 2,5m di larghezza. Se ci sono mappe che riportano il contrario la Regione dovrebbe renderle pubbliche – continuano Dal Zovo e Sergo -. Il tutto con un pezzo finale nel quale non sarà garantito libero accesso se non ai gestori del rifugio e ai mezzi di soccorso. Per controllare che sia effettivamente così viene previsto un sistema di videosorveglianza che non abbiamo nemmeno su strade con elevata incidentalità. È curioso come ci siano conduttori di malghe che rivendicano dal 2003 la sistemazione della viabilità che permetterebbe loro di garantire il benessere dei loro animali, mentre si intervenga qui d’imperio nonostante i pareri contrari di cittadini, associazioni, movimenti politici”.
“Purtroppo, e abbiamo avuto più volte modo di sostenerlo anche in aula, in Regione spesso e volentieri vengono trascurati diritti costituzionalmente garantiti, tra cui la salute e il paesaggio – concludono i consiglieri -. Questo intervento all’interno di aree ricadenti nella Rete Natura 2000, in particolare nel sito Sito di interesse Comunitario Gruppo del Monte Coglians, nella zona protetta speciale delle Alpi Carniche, desta molte preoccupazioni anche per i possibili futuri interventi con le risorse del Piano nazionale ripresa e resilienza che arriveranno in regione. Più che di ripartenza, stiamo parlando di una retromarcia”.