“Le parole non si tramutano in fatti”. Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, commenta il voto contrario della maggioranza alla mozione che chiedeva una Commissione speciale sulla gestione della pandemia da Covid-19, di cui è stato tra i firmatari. “Dopo avere sentito il presidente Fedriga parlare di ‘massima trasparenza’, mi sarei aspettato un accoglimento di questa mozione ma evidentemente ai cittadini si dice una cosa, ma poi il voto dimostra la mancata volontà di fare chiarezza e di far emergere la verità”.
“Quando abbiamo presentato la mozione per istituire una Commissione d’inchiesta dopo la prima ondata, furono accampate delle scuse per bocciarla – ricorda Ussai -. La prima era che su certi temi non si propongono commissioni di questo tipo. Puro opportunismo, visto che è proprio il centrodestra a proporre e accogliere Commissioni analoghe in altre regioni e a livello nazionale”.
“Inoltre, il ritornello era che il Friuli Venezia Giulia fosse tra le migliori regioni in Italia. Ma se la prima ondata ci ha colpito in maniera meno marcata, interessando soprattutto l’area triestina, – continua il consigliere M5S –, nella seconda e terza ondata siamo stati travolti per quanto concerne la mortalità e i ricoveri in ospedale. Ed è preoccupante che l’assessore abbia dichiarato in Commissione che sia ‘ingeneroso’ suddividere i dati in base alle ondate, quando in realtà è proprio l’Istat a farlo”.
“La maggioranza ha respinto la mozione, sottolineando come ci sia già una Commissione consiliare che si occupa di sanità. Ma dal 1° ottobre giace una richiesta di illustrazione dei piani pandemici, dal 30 settembre aspettiamo l’integrazione delle audizioni sulle residenze per anziani, il 25 novembre abbiamo chiesto di ascoltare gli ordini delle professioni sanitarie – ricorda Ussai -. Di fatto, non possiamo operare come previsto dal regolamento, secondo cui queste richieste andrebbero evase dopo dieci giorni”.
“L’opposizione è stata accusata di alzare i toni. Se questo è accaduto, è perché non ci sono state risposte, nemmeno quando sono emersi dati preoccupanti o quando i professionisti hanno sollevato questioni gravi come quella relativa ai numeri sottostimati nelle terapie intensive. Come sottolineato proprio da chi opera in prima linea – conclude l’esponente pentastellato – si ha la sensazione che non si vogliano sentire i principali attori del sistema e ascoltare i veri problemi”.