“Purtroppo non è l’unico caso. Ormai siamo abituati e anche un po’ stufi: davanti ai cittadini e ai comitati tutti quanti sono pronti a dire che ne condividono istanze e richieste poi però poco o nulla si fa per risolvere i problemi e venire incontro alla popolazione, preferendo buttare sempre la palla in tribuna scaricando colpe e responsabilità altrove (come se altrove non ci fossero Sottosegretari in grado di intervenire, ad esempio)”. Lo affermano i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Mauro Capozzella, in merito agli insediamenti industriali nel pordenonese.
“Le richieste che avanziamo dal 2013 sono chiare. Continuare ad autorizzare impianti con grandi quantità di emissioni in zone già compromesse e che superano abitualmente quelli che sono i limiti imposti dalle normative sulla qualità dell’aria, non solo non ha senso ma è completamente sbagliato – aggiungono Dal Zovo e Capozzella -. Peggio ancora se queste autorizzazioni si rilasciano in zone dove non vi sono monitoraggi ambientali e non vi sono centraline fisse”.
“La tutela della salute è la stella polare da seguire nell’autorizzare impianti ed è lecito, se non addirittura doveroso, chiedere dati certi prima di qualsiasi autorizzazione. Ecco perché sosteniamo le istanze dei cittadini che chiedono un reale check up della nostra aria, delle emissioni industriali e non – continuano i consiglieri pentastellati -. Se per farlo servono finanziamenti e stanziamenti la politica regionale ha l’occasione di passare dalle parole ai fatti già nella prossima seduta di assestamento di bilancio. Da parte nostra presenteremo una proposta di legge nazionale per fare in modo che il controllo delle emissioni che si sommano sul territorio sia necessario nella valutazione dei progetti”.
“Abbiamo speso 75 mila euro per il progetto ‘AMO il Friuli Venezia Giulia’, progetto che sta sollevando molte critiche e finalizzato a portare l’educazione ambientale nelle scuole primarie, potremmo ben spendere qualche decina di migliaia di euro per installare un paio di centraline che, come abbiamo ricordato più volte nel corso della legislatura, nella provincia di Pordenone, da Morsano a Tramonti, non ci sono. Eppure – concludono Capozzella e Dal Zovo – tra queste due località ci sono le zone industriali di San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Fanna e Maniago che andrebbero monitorate”.