“Siamo molto soddisfatti per questa scelta, ma rimangono altri nodi da sciogliere”. È questo il commento della deputata del MoVimento 5 Stelle, Sabrina De Carlo, e del capogruppo pentastellato in Consiglio regionale, Cristian Sergo, dopo avere letto l’avviso pubblico inerente l’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto di fattibilità tecnico – economica “Potenziamento della Linea Venezia – Trieste. Posti di Movimento e Varianti di Tracciato. PdM San Donà di Piave, PdM Fossalta di Portogruaro, Variante Portogruaro e Variante Isonzo” pubblicato in data 10 gennaio 2022 sul sito del Ministero della Transizione Ecologica.
“È sicuramente positivo che, dopo le interlocuzioni avute con RFI, le nostre interrogazioni, le nostre mozioni, le nostre richieste di audizione in IV commissione, i tecnici si siano convinti che distruggere un tessuto sociale, allontanare una stazione ferroviaria dal centro storico, recuperare pochissimi secondi nel tragitto a fronte di 233 milioni di euro di costi (presunti), non fosse un’azione sostenibile e in linea con la transizione ecologica necessaria a questo Paese” continuano De Carlo e Sergo.
“Purtroppo, come spesso accade, ad avvisare i cittadini del Friuli Venezia Giulia dell’avvio di questa procedura è il MoVimento 5 Stelle e non la Giunta regionale, a cui con un’interrogazione chiederemo conto nella seduta di Consiglio fissata per domani, giovedì 13 gennaio, visto che nella conferenza stampa di ieri con Trenitalia non ne hanno nemmeno fatto cenno, nonostante il gestore del servizio ferroviario risulti il principale interessato all’opera. Ma capiamo l’imbarazzo del presidente Fedriga, considerato che solo il 6 settembre scorso auspicava negli imminenti lavori di velocizzazione a Latisana e sul Carso. – aggiungono i portavoce -. Il progetto prevede la sola realizzazione della variante sul fiume Isonzo con il nuovo ponte e le interferenze con le strade sostituiti da viadotti e sottopassi, a cui porremo come sempre fatto tutta l’attenzione necessaria affinché i cittadini del posto siano tutelati.
“Ci sono però due note stonate nella procedura avviata ieri – spiegano Sergo e De Carlo -. Non è stato pubblicato il calcolo sommario della spesa, benché prodotto da RFI ma ritenuto riservato. Questo rende abbastanza difficile poter esprimere un parere su un’opera di cui non si conoscono i preventivi di spesa, dovendo fare le valutazioni sull’analisi costi benefici della stessa. Stessa cosa dicasi dello studio trasportistico che non c’è, non facendo capire ai cittadini perché l’opera sia necessaria, quali saranno i suoi benefici sia in termini di tempi di percorrenza ridotti, sia in termini di capacità di ulteriori treni che potranno percorrere la tratta con le migliorie”.
“La seconda preoccupazione è che rimane in piedi l’idea della Variante Ronchi – Aurisina e quindi le nuove gallerie nel Carso. Ci abbiamo messo 5 anni per far capire a RFI che la Variante di Latisana non serviva, e non molleremo fino a quando non capirà di dover accantonare una volta per sempre anche i 20 km di gallerie e trincee. A quel punto – concludono gli esponenti M5S – un’opera che doveva costare ai contribuenti italiani 7500 milioni di euro verrà realizzata con meno di 750 milioni di euro, ottenendo praticamente gli stessi benefici. Qui sta la differenza tra avere il MoVimento 5 Stelle nelle istituzioni e non averlo”.