“Come spesso accade per questo genere di Piani, la domanda che ci si pone è: cosa cambia?”. A chiederlo sono i consigliere regionali del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo, dopo l’illustrazione in Commissione del Piano regionale della qualità dell’aria.
“Si parla di misure di mitigazione quando però ci sono particolari territori soggetti a sforamenti in cui si continuano ad autorizzare impianti che aumenteranno le emissioni di sostanze inquinanti – aggiungonogli esponenti M5S –, anche dopo la modifica della Costituzione Italiana che impedisce l’iniziativa economica svolta in modo da recare danno alla salute e all’ambiente. Senza contare che ci sono aree, come tutta la provincia di Pordenone a Nord di Morsano, in cui non ci sono le centraline per controllare gli sforamenti annuali dei limiti”.
“Abbiamo ascoltato l’assessore e la Direzione parlare di norme contro l’inquinamento cumulativo per le sostanze non normate, che dovrebbe dare il potere alla Regione di intervenire sulle autorizzazioni – rimarcano Dal Zovo e Sergo – ma ne parliamo da anni. Ma come ricordato dagli Uffici, per gli impianti sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale, questa potestà esiste già per cui si deve tenere conto del cumulo degli inquinanti presenti sul territorio. Purtroppo molti cittadini si sono lamentati che nel rilascio delle recenti autorizzazioni non se ne sia tenuto in debito conto”.
“Un Piano vecchio, visto che l’approvazione preliminare è di dicembre 2021 e le modifiche alla Costituzione sono sopraggiunte a febbraio di quest’anno – concludono i portavoce pentastellati -, ma anche incompleto. Non viene infatti trattata la questione dell’impatto degli odori, che riguardano le aree interessate da impianti industriali ma anche da altre attività, come ad esempio gli allevamenti. Alla nostra specifica richiesta ci è stato risposto che la questione è spinosa e va atteso il nuovo Governo: un pretesto per prende tempo”.