“Quanto meno strana l’assenza dell’assessore Scoccimarro all’inaugurazione della rinnovata linea dell’inceneritore di Trieste. Un impianto sicuramente moderno, visto il recente revamping, e che, ci mancherebbe, rispetta i limiti di legge imposti” Lo rileva il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, e la consigliera comunale pentastellata di Trieste, Alessandra Richetti
“Il M5S di Trieste e del Friuli Venezia Giulia ha sempre evidenziato come la capacità di trattamento autorizzata fosse ben superiore rispetto a quanto effettivamente bruciato, sottolineando pertanto il suo sottoutilizzo, ben prima che la Commissione Europea ritenesse che gli inceneritori fossero dannosi all’economia circolare, tanto da escludere di concedere fondi PNRR per la loro realizzazione – continuano i portavoce -. Un mancato utilizzo evidenziato dagli stessi amministratori di Hestambiente, società del Gruppo Hera che gestisce l’impianto, i quali pochi mesi fa, auditi in Consiglio regionale, hanno potuto far presente a tutti i politici che non servono altri inceneritori vista l’ampia disponibilità ad accogliere i rifiuti nel capoluogo”.
“Chissà se un tanto è stato ribadito anche ieri al presidente Fedriga, già membro del consiglio d’amministrazione di AcegasAps, la società del Gruppo Hera che gestisce i rifiuti di Trieste, ma soprattutto al presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, convinto che si debbano costruire inceneritori ovunque per risolvere i problemi del mondo – aggiungono Sergo e Richetti -. La parte più paradossale della passerella di ieri sta nell’enfasi con cui si è sbandierato ai quattro venti che l’impianto produce l’energia elettrica per 180.000 cittadini. Un dato interessante, perché quasi sufficiente a soddisfare i bisogni energetici dei triestini: peccato che finora, come attestano i piani economici finanziari della società, non ci siano ricavi dalla vendita di energia in rete, il che significa che l’energia prodotta viene utilizzata per alimentare l’impianto stesso”.
“Cosa ancora più paradossale – concludono gli esponenti M5S – è che il Gruppo Hera non si limiti alla raccolta e all’incenerimento dei rifiuti, ma venda anche energia elettrica ai cittadini di Trieste. Leggendo i proclami entusiastici di Fedriga, non ci si aspetterebbe che la società (privata e non pubblica) abbia aumentato le proprie tariffe passando dagli 0,08 €/kwh del luglio 2021 ai 0,31 €/kwh del luglio 2022. A settembre lo stesso prezzo per la stessa tipologia di bolletta (ore piene F1) è arrivato a toccare quota 0,56 €/kwh. Eppure così è”.