“Siamo di fronte a una prospettiva di
ragionevolezza per dare una risposta ai più fragili. In sede di
Commissione è stato sollevato il tema importante delle cure
palliative, il cui valore è stato rimarcato dalla sentenza 242
della Corte costituzionale. Tuttavia, devono restare un
presupposto frutto di una scelta nei casi di pazienti affetti da
sofferenze indicibili e anche nei casi che comportino, per
esempio, la sedazione profonda con la terapia del dolore: in tali
frangenti, la domanda di suicidio medicalmente assistito non può,
per noi, scemare. Le cure palliative, nei casi descritti, non
sono un accompagnamento alla vita, ma finiscono per dilatare le
sofferenze”.
Lo afferma in una nota la consigliera regionale del Movimento 5
Stelle, Rosaria Capozzi, aggiungendo che “il tema del fine vita
segna una svolta e implica vari ragionamenti, sicuramente
imprescindibili, ma che non devono far venir meno la libertà di
cure e all’autodeterminazione. Questo argomento ha fatto
mobilitare milioni di cittadini con migliaia di firme raccolte
anche in Friuli Venezia Giulia, dimostrando come il Paese chieda
con forza e urgenza una norma sul fine vita”.
“Bene fanno le Regioni a esprimere un parere e a dare
un’indicazione precisa: i cittadini – continua l’esponente
pentastellata – credono nella partecipazione diretta e il
territorio va ascoltato in ogni occasione. Così come accaduto nel
vicino Veneto con una mozione presentata dal M5S e approvata a
maggioranza, chiediamo che la Giunta si impegni a garantire che
ogni persona sia libera di scegliere senza condizionamenti
politici e che si impegni a garantire sul piano regionale, a
tutte le persone che avanzano richiesta di fine vita, un percorso
oggettivo, rapido e scevro da qualunque tipo di condizionamento
esterno, nonché a promuovere, presso tutte le Istituzioni, il
principio per cui il ruolo della politica è quello di garantire
la libertà di scelta, astenendosi da qualunque intervento, anche
ideologico, potenzialmente in grado di coartare, o comunque di
condizionare, la libera scelta delle persone”.
“Il Movimento 5 Stelle – ricorda Capozzi – si è sempre impegnato
in questi anni per arrivare a una legge che consenta a chi è
afflitto da sofferenze intollerabili di porre fine dignitosamente
alla propria vita, circondato dall’affetto dei propri cari e
assistito dal Servizio sanitario nazionale. Non è una legge che
tutela il diritto alla morte, come da qualcuno sostenuto anche in
Commissione durante l’audizione, per cui sarebbe sbagliato
investire risorse per far morire le persone, ma in realtà è una
tutela del diritto all’autodeterminazione, che dà la possibilità
che si possa decidere della propria vita e del proprio corpo
senza fare un danno a nessun altro. Lo Stato si deve assumere la
chiara e precisa responsabilità di non lasciare da solo nessuno e
di tutelare la libertà di scelta anche di chi una scelta oggi non
ce l’ha. Colmiamo finalmente un vuoto normativo che danneggia
proprio i più deboli e le persone più esposte ad abusi”.
“Prevedere l’introduzione della morte volontaria medicalmente
assistita non significa dire a chi è in determinate condizioni
che da oggi sarà quella la strada da seguire. Al contrario, il
medico che dovrà accogliere la richiesta di morte volontaria
medicalmente assistita comunicherà – conclude Capozzi – tutte le
possibilità di cura e di trattamento alle quali la persona può
decidere di accedere, comprese le cure palliative”.