Electrolux, Capozzi e Grilli: Salvare lo stabilimento di Porcia

“Siamo al fianco dei sindaci dei Comuni coinvolti e, ovviamente, anche dei lavoratori costretti a vivere nell’incertezza. Ma, in un certo senso, siamo anche al fianco di un’azienda storica fortemente radicata sul territorio e che, proprio dal territorio, deve trarre la forza per uscire dalla crisi, senza disperdere un enorme patrimonio umano”.

Lo rimarca in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), dopo essersi confrontata con Marco Grilli, rappresentante del Gruppo territoriale della Provincia di Pordenone, che da tempo segue il difficile momento attraversato dallo stabilimento produttivo di Porcia dell’Electrolux. “Un intervento voluto – spiega Capozzi – anche alla luce della richiesta, avanzata da numerosi primi cittadini del Pordenonese, al fine di aprire un tavolo tematico di confronto in grado di coinvolgere Unione europea, Governo, Regione, sindacati, associazioni di categoria e la stessa azienda”.

“Piena solidarietà, dunque, al documento di sintesi stilato per avanzare l’istanza – aggiunge l’esponente pentastellata – nella consapevolezza che, pur nella conclamata difficoltà in cui versa il settore degli elettrodomestici, gli investimenti già effettuati e la riconosciuta qualità della manodopera presente nell’area rendono tanto doverosa quanto urgente qualsiasi iniziativa volta alla tutela delle posizioni di tutti i lavoratori”.

“Mi sono già negativamente espressa – ricorda Capozzi – sul tema delle delocalizzazioni all’estero che, ormai troppo spesso, inducono realtà anche non in stato di crisi ad approfittare di costi inferiori (manodopera compresa) e, allo stesso tempo, anche del vantaggio legato ai fondi europei”.

“Un forte impegno per il futuro dell’economia del territorio e dell’intero Friuli Venezia Giulia, anche a tutela dell’indotto, deve perciò indurre tutte le forze politiche e sociali – auspica la rappresentante del M5S – a una convergenza di intenti, al fine di garantire che la produzione e il settore dello sviluppo e della ricerca non si allontanino da Porcia”.

“Già a metà ottobre – conclude Capozzi – era stato siglato un accordo quadro sull’utilizzo dei contratti di solidarietà, misura che avrebbe dovuto coinvolgere oltre duemila operatori e le rispettive famiglie. Bene aver allontanato lo spettro di una procedura di licenziamento collettivo, ma tale ammortizzatore sociale deve, altresì, costituire un ulteriore allarme che ribadisce l’urgenza del tavolo di confronto”.