Giornata contro la violenza sulle donne, Capozzi: Lotta a violenza parta da famiglia e quotidianità

“L’educazione all’affettività va coltivata, prima ancora che all’esterno, nel cuore della propria famiglia, passando anche attraverso le scuole, l’associazionismo, le istituzioni e la società civile. Prendiamo dunque spunto da questa ricorrenza senza confini, ormai giunta al suo 25° atto, per assumerci tutti la responsabilità di difendere la promozione della parità di genere”.

Lo auspica in una nota stampa la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), esprimendosi alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999.

“Ognuno di noi può fare la sua parte e anche l’ottimo risultato raggiunto nei giorni scorsi proprio in Friuli Venezia Giulia – aggiunge l’esponente pentastellata, facendo riferimento al rinnovo della norma costitutiva della Commissione regionale per le Pari opportunità tra Uomo e Donna (Crpo Fvg), organo consultivo del Consiglio e della Giunta regionale per l’attuazione dei principi di eguaglianza e di parità di genere – costituisce un importante punto di passaggio”.

La data scelta per questa importante giornata vuole commemorare il brutale assassinio delle tre sorelle Miraba, attiviste nel contrasto alla dittatura della Repubblica Dominicana, brutalmente uccise il 25 novembre del 1960.

“Il fatto che, in quel caso specifico, ci fossero state connotazioni e responsabilità politiche, non deve comunque distogliere l’attenzione generale dall’urgenza e dall’attualità di un dramma che tutti noi abbiamo l’obbligo morale di combattere. Oggi più che mai! Giusto, pertanto, l’impegno dell’Assemblea generale dell’Onu – sottolinea la rappresentante del M5S – nel sollecitare governi, organizzazioni internazionali e Ong, affinché sensibilizzino l’opinione pubblica sull’importanza della non-violenza e del rispetto delle donne. Ma non basta! Prendiamo dunque spunto dal primo dei successivi 16 giorni di attivismo sulla violenza di genere che precedono la Giornata mondiale dei diritti umani per rimarcare che la negazione della violenza contro le donne costituisce, al tempo stesso, anche una grave violazione dei diritti umani”.

Il colore arancione, utilizzato per identificare la campagna a livello internazionale, in Italia si sviluppa attraverso le scarpe rosse da donna, disposte in tanti e tanti luoghi pubblici, per dare voce alle troppe vittime di violenza e di femminicidio.

“È necessario intervenire sui modelli culturali e sociali di genere, puntando esplicitamente il dito contro barbari retaggi di cui, ancora, non ci siamo liberate. Sono di questi giorni le dichiarazioni inopportune da parte di alte figure istituzionali – conclude Capozzi – ed è dunque necessario operare in maniera determinata e continuativa per garantire risultati immediati, indirizzando nella giusta direzione le future generazioni”.