Telefonia, Capozzi: 5G, informare cittadini su eventuali rischi salute e ambiente

Il testo della mozione si può leggere qui.

—-

“È necessario realizzare in fretta lo studio e il monitoraggio dell’impatto sulla salute umana e sull’ambiente delle nuove infrastrutture e reti 5G, al fine di garantire e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, preoccupati per il proliferare di antenne anche vicino alle proprie abitazioni”.

Lo richiede, attraverso una mozione depositata negli uffici dell’Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), auspicando al tempo stesso “il finanziamento per consentire, a tal fine, la collaborazione con l’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente (Arpa) e le Aziende del Sistema Sanitario Regionale”.

“Sono numerosi gli studi che consentono di rassicurare sull’uso del 5G, ma sono ancora molti anche gli elementi da approfondire. A partire dal sommarsi di campi elettromagnetici in presenza dei vecchi segnali: 3G, 4G, Umts e tutti quelli che sono ancora attivi. Siamo convinti – aggiunge l’esponente pentastellata, facendo riferimento ai contenuti della sua istanza dal titolo ‘Studiare le conseguenze della telefonia mobile sulla salute e sull’ambiente’ – della necessità di approfondire il tema in maniera esauriente per informare e rassicurare definitivamente i nostri cittadini, escludendo possibili ricadute su di loro e i territori che li circondano, prima che vengano approvate nuove antenne”.

“Partendo dai contenuti del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, emesso con l’obiettivo di sviluppare le infrastrutture di rete a banda larga, compresa la rete mobile e il 5G, siamo consapevoli – precisa Capozzi – che sarà necessario modificare e/o migliorare le infrastrutture attraverso un sistema di monitoraggio che comprenda non solo le reti nuove, ma anche il sistema globale di reti e campi elettromagnetici preesistente”.

“Va ricordato che, nel 2023, una legge nazionale ha innalzato il limite di emissione delle antenne SRB dagli attuali 6V/m a 15V/m, mentre già dieci anni prima – dettaglia la rappresentante del M5S – l’Agenzia internazionale per la Ricerca sul cancro (Iarc) aveva definito i campi elettromagnetici a radiofrequenze come possibili agenti cancerogeni per gli effetti sui tumori della testa legati all’uso prolungato del cellulare. Inoltre, altre verifiche scientifiche avevano in seguito riguardato con risultati contrastanti anche le stazioni radiobase (Srb)”.

“Su queste basi, e con il crescente utilizzo di tali nuove tecnologie, paiono perciò legittime le preoccupazioni dei cittadini rispetto alle ulteriori emissioni del 5G, combinate ad altre forme elettromagnetiche, che ora – sottolinea la mozione pentastellata – rendono necessari studi condotti da enti terzi all’Amministrazione regionale all’insegna della trasparenza e della piena accessibilità delle informazioni alla comunità. Soprattutto in caso dell’installazione di nuove antenne vicino a scuole, ospedali e aree residenziali”.

“Condividendo quanto espresso dal Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese), ovvero che ‘nel nuovo contesto di iperdigitalizzazione, iperautomazione e iperconnettività favorito dall’introduzione del 5G, bisognerà aggiornare i meccanismi istituzionali volti a tutelare tutti i diritti umani’, ricordiamo – conclude Capozzi – anche che il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) prevede che in caso di pericoli, anche solo potenziali, debba essere assicurato un alto livello di protezione”.