
Trieste, 21 febbraio 2025 – Un pubblico numeroso e appassionato ha partecipato all’incontro pubblico “Diritto alla casa, diritto tradito”, tenutosi ieri presso il Knulp. L’evento, moderato dalla Consigliera comunale Alessandra Richetti, ha visto la presenza di esperti e rappresentanti del settore abitativo, con contributi di Renato Kneipp (SUNIA – Sindacato Inquilini) e dell’architetta Lucia Krasovec Lucas (IN/Arch Triveneto). Un segnale forte è arrivato dalla presenza attiva di CGIL Fillea, CGIL Spi e numerose altre realtà politiche e associative, testimoniando quanto la questione abitativa sia ormai una priorità condivisa e trasversale.
Emergenza Casa a Trieste: stipendi fermi, affitti alle stelle – I dati choc
L’incontro è partito da dati inequivocabili dell’Osservatorio RUPA presentati da Richetti: il mercato immobiliare triestino è diventato proibitivo per studenti, lavoratori e famiglie. Affitti sempre più cari e disponibilità di alloggi ai minimi storici stanno erodendo il tessuto sociale della città. Un dato su tutti è emblematico: dal 2016 gli stipendi sono cresciuti di un misero 7%, mentre gli affitti sono aumentati del 23% e ben 3600 domande di accesso all’edilizia popolare sono rimaste inevase.
Politiche abitative fallimentari: serve un cambio di rotta radicale.
Renato Kneipp (SUNIA) ha puntato il dito contro il progressivo abbandono delle politiche di tutela dell’affitto, un sistema che ha incentivato l’acquisto di immobili, ma che ha dimenticato chi non può permetterselo. La ricetta per invertire la rotta? Incentivare massicciamente gli affitti a canone concordato, varare un piano straordinario per incrementare gli alloggi a prezzi calmierati e regolamentare con urgenza il boom degli affitti brevi, che sta distorcendo il mercato e allontanando i residenti dal centro cittadino.
Urbanistica miope, futuro incerto: l’allarme degli architetti.
L’architetta Lucia Krasovec Lucas (IN/Arch) ha lanciato un allarme chiaro: Trieste manca di una visione urbanistica strategica per affrontare la crisi abitativa. Servono meccanismi di finanziamento innovativi per il recupero dell’immenso patrimonio edilizio inutilizzato e un piano di sviluppo integrato che metta al centro il diritto all’abitare, superando interventi isolati e senza prospettiva.
Turismo, ricerca, precarietà: le facce della crisi triestina.
La discussione ha evidenziato come la pressione abitativa non sia legata solo agli studenti universitari, ma anche all’aumento di ricercatori e lavoratori temporanei attratti dagli enti scientifici. A ciò si aggiunge l’impatto devastante degli affitti brevi turistici, che sottraggono case ai residenti e alterano l’identità della città. Alessandra Richetti ha inoltre ricordato come la crisi industriale e le difficoltà del settore edilizio stiano aggravando la situazione, con un aumento degli sfratti legati a licenziamenti e cassa integrazione. Inoltre dal pubblico presente in sala è emersa forte la volontà di costruire una rete tra cittadini, sindacati, associazioni e istituzioni per riportare il diritto alla casa al centro dell’agenda politica. Molti interventi hanno sottolineato come la crisi abitativa non sia solo un problema sociale, ma una questione che mina la vivibilità e l’economia stessa di Trieste.
Prossimi passi: focus su turismo, edilizia sociale e disagio abitativo.
“Questo è solo l’inizio”, ha sottolineato la Consigliera Richetti, annunciando un ciclo di incontri di approfondimento sul tema casa che tratteranno anche argomenti come turismo e affitti brevi: per analizzare l’impatto e individuare regolamentazioni efficaci. Edilizia sociale per rilanciare la qualità dell’abitare e rispondere alla crescente domanda di alloggi pubblici con un’attenzione al disagio abitativo e alla marginalità.
L’obiettivo è chiaro: Trieste non può più ignorare l’emergenza casa. È tempo di soluzioni concrete per un diritto fondamentale troppo a lungo tradito.