
“L’autonomia differenziata ha sancito la fine del concetto di solidarietà tra regioni. Questo principio, infatti, non si preoccupa della perequazione per i territori con minore capacità fiscale per abitante e rischia così di acuire il divario tra le regioni, rispetto a prestazioni relative ai diritti importantissimi dal punto di vista civile e sociale in contrasto con il principio supremo di unità e indivisibilità della Repubblica”.
Questi, attraverso le parole della consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), saranno alcuni dei contenuti apertamente critici che emergeranno nel corso dell’incontro pubblico “Autonomia differenziata – Quale futuro per l’Italia?” che gli stessi componenti del Gruppo pentastellato nel Consiglio regionale Fvg organizzano per la giornata di domani, sabato 1 marzo, nella sala Pasolini di piazza Oberdan 5 a Trieste.
“La complessità amministrativa – specifica Capozzi in sede di presentazione dell’incontro – crescerà inevitabilmente in maniera esponenziale, questa volta su tutto il territorio nazionale. A quel punto, il rischio sarà quello di rendere difficile la vita ai cittadini ma anche alle imprese, costrette (soprattutto quando di carattere sovraregionale) a misurarsi con regolamentazioni diverse da un luogo all’altro, dovendo così confrontarsi con 21 legislazione differenti”.
L’evento a ingresso libero inizierà alle 10.30, introdotto Elena Danielis (coordinatrice regionale del MoVimento 5 Stelle per il Fvg). Altri due analoghi appuntamenti tematici, dei quali verrà data completa comunicazione nella giornata di domani, sono già in programma per la giornata di oggi, venerdì 28 febbraio, a Trieste (alle 17.30 nella sala Tessitori di piazza Oberdan 5) e a Monfalcone (domani sabato 1 marzo alle 15 nella sala dell’ex Pretura in piazza della Repubblica 25).
A Udine i lavori saranno aperti da un intervento della stessa Capozzi, al quale fanno seguito quelli di Alfonso Colucci (capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati), Piero Gurrieri (avvocato e autore del libro “Autonomia differenziata: Come la Destra ha spaccato l’Italia”) e Daniele Dovenna (Comitati contro ogni autonomia differenziata).
“Da qualunque prospettiva là si consideri, l’autonomia differenziata creerà disagi inevitabili. Uno dei punti più controversi – aggiunge ancora l’esponente del M5S – è quello relativo al finanziamento dei livelli essenziali di prestazione che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, tutelando costituzionalmente i ‘diritti civili e sociali’ di cittadine e cittadini. L’entità di questi finanziamenti andrebbe stabilita prima delle richieste di autonomia, in modo tale da avere chiaro il quantitativo di risorse di cui necessita ogni Regione richiedente”.
“Tuttavia, la riforma Calderoli prevista nella legge 86/24 è stata smantellata nel suo cuore – conclude Capozzi – dalla prima pronuncia della Corte costituzionale. Il che ci porta a dire che non si potrà parlare di autonomia differenziata, così come l’hanno concepita i leghisti. L’Autonomia differenziata subirà comunque una decisa revisione in Parlamento, una riscrittura così come suggerito dalla stessa Corte, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di unità nazionale”.