
“Nonostante le prime proteste dei cittadini di Pasian di Prato contro un impianto di accumulo di energia da 25 MW situato a qualche centinaia di metri dalle abitazioni e recentemente autorizzato dal ministero dell’Ambiente, continua purtroppo il silenzio degli amministratori in merito agli altri impianti da insediare nella nostra regione. Inoltre, dopo quello già realizzato a Pavia di Udine da 200 MW e quelli autorizzati a Fogliano Redipuglia e Remanzacco, siamo ancora in attesa di capire se e quando entreranno in funzione quelli di Buja e Porpetto”.
Lo ricorda, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), prendendo nuovamente la parola sulla delicata tematica ambientale e raccogliendo in questo modo anche le preoccupazioni di cittadini e amministratori.
“A Buja, un anno e mezzo or sono, il Comune aveva espresso parere contrario. Tuttavia, da allora, non si sa a che punto sia il procedimento autorizzativo. Le giuste perplessità dell’Amministrazione – dettaglia l’esponente pentastellata – riguardano la prossimità dell’impianto da 25 MW (e due container) di captazione di acqua potabile di Molino del Bosso, il più importante di Cafc Spa, che si trova al confine tra i territori comunali di Artegna, Buja e Gemona del Friuli. Per la precisione, nel Campo di Osoppo-Gemona, tra la piana alluvionale compresa tra i colli morenici e i rilievi prealpini, caratterizzata da una ricca falda freatica che, proprio in quel punto, è superficiale”.
“A questo – dettaglia Capozzi – si aggiungono le preoccupazioni espresse dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale che lamenta una mancanza di indicazioni relative alla tutela dei rischi per danni ambientali conseguenti a guasti o malfunzionamenti dell’impianto”.
“A Remanzacco, invece, l’altro impianto da 25 MW vedrà proliferare ben 42 container a meno di un chilometro dal centro abitato. Dal decreto che ha autorizzato la struttura lo scorso novembre – sottolinea la rappresentante del M5S – non risultano pareri né del Comune, né tantomeno di Asufc. Eppure, siamo soltanto a 800 metri dal fiume Torre e dai campi sportivi. Ricordiamo anche che era stata la stessa Azienda sanitaria a lanciare l’allarme su queste installazioni in quanto, secondo Asufc, già coinvolte in svariati incidenti che hanno comportato il rilascio nell’atmosfera di sostanze tossiche”.
“All’appello manca ancora Porpetto – conclude Capozzi – dove sappiamo solo che la zona prescelta è all’interno dell’area delimitata dalla nuova bretella. Non si conosce nemmeno, per questa procedura, quale sia l’iter in corso. Pertanto, chiediamo all’Amministrazione comunale di informare i cittadini, sia in merito al parere espresso nella procedura avviata un anno fa, sia sull’esito della stessa”.