“Lo stabilimento sarà in grado di produrre nel rispetto dei limiti di legge per quanto riguarda le emissioni” ed “entro la fine del 2014 acquisiremo le stazioni di misura non di proprietà dell’Arpa”. Queste in sintesi le ennesime promesse che ieri la giunta Serracchiani, per bocca dell’assessore Sara Vito, ha fatto sulla Ferriera di Servola. Dichiarazioni giunte in risposta a una interrogazione presentata dal consigliere del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai che, riprendendo il servizio televisivo delle “Iene”, ha denunciato ancora una volta le molte criticità legate allo stabilimento siderurgico.
«L’assessore ha ammesso candidamente le carenze del monitoraggio effettuato dall’Arpama anche ha precisato di essersi impegnata per migliorarle – aggiunge Ussai -. Peccato che siano passati quasi dieci mesi da una nostra precedente interrogazione che sottolineava l’opportunità che tutte le stazioni di rilevamento della qualità dell’aria fossero gestite direttamente dall’Arpa, a garanzia della qualità e della trasparenza dei dati. Passaggio che ad oggi non è ancora avvenuto – attacca il portavoce M5S -. L’assessore non ha speso inoltre una sola parola sulla grave carenza nell’inquadramento urbanistico e territoriale dell’impianto presente nella richiesta di rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale, dove non vengono segnalate le numerose realtà sensibili che si trovano a non più di 1.000 metri dallo stabilimento. Parliamo di asili nido, scuole materne, case di riposo, rsa, ricreatori, baby parking che sembrano non esistere e che invece dovrebbero condizionare il rilascio dell’Aia».
«Preso atto della volontà politica della maggioranza di centro sinistra di far proseguire l’operatività di questo stabilimento, che fino ad oggi ha dimostrato di non essere in grado di rispettare i limiti di legge, chiediamo almeno di limitare l’attività ancora in funzione per contenere urgentemente le emissioni delle sorgenti attive di inquinamento – ribadisce Ussai -. Non bastano le promesse, caro assessore. È notizia di questi giorni il sequestrato dell’impianto di Vado Ligure per il mancato rispetto delle prescrizioni imposte dall’Aia. A Taranto la procura ha chiesto invece una cinquantina di rinvii a giudizio. Qui a Trieste – conclude il consigliere regionale M5S – stiamo ancora aspettando che qualcuno faccia rispettare i limiti di legge e tuteli la salute di tutti i cittadini, lavoratori e non».