«Questa mattina abbiamo illustrato in III commissione per la prima volta una proposta di Legge del MoVimento 5 Stelle. Finalmente, dopo un anno è stato il nostro turno ed è stato un piacere iniziare, tra le diverse proposte presentate, proprio con uno dei nostri cavalli di battaglia: l’istituzione del Reddito Minimo Garantito». Esordisce così il primo firmatario della proposta di legge pentastellata, il Consigliere Cristian Sergo.
«Abbiamo ricevuto il parere positivo degli uffici legislativi che hanno definito corretta dal punto di vista di tecnica redazionale la nostra proposta di legge, dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che normali cittadini sono in grado di scrivere una Legge». -Continua con un certo orgoglio il Portavoce M5S- «E’ bene ricordare che la stessa ha visto un passaggio fondamentale nella sua stesura, ovvero la consultazione online dei cittadini su alcuni punti chiavi. Uno di questi ha stabilito se si dovesse parlare di reddito di cittadinanza (un aiuto universale a tutte le persone al di sotto della soglia di povertà) oppure un reddito minimo garantito (un aiuto mirato solo alle persone che vogliono cercare attivamente un posto di lavoro e danno la propria disponibilità a lavorare per la comunità. In questo modo offriamo un contributo a chi si impegna a dare un proprio contributo alla società».
La proposta ha trovato condivisione da parte di molti consiglieri. Cristian Sergo aggiunge «molte forze politiche hanno cavalcato l’istituzione del reddito di cittadinanza in campagna elettorale, visto che questi temi sono finiti nel dimenticatoio nell’ultimo anno (dopo la bocciatura di un nostro ordine del giorno il primo agosto 2013 dove chiedevamo un impegno della Giunta in tal senso) abbiamo deciso di fare noi il primo passo».
Diverso l’approccio alla proposta pentastellata che come indicato dal primo firmatario: «Per evitare strumentalizzazioni, non abbiamo voluto indicare le coperture necessarie per questa misura (alcune stime parlano di 50 milioni di euro l’anno) ma pur avendo dato alcune indicazioni, abbiamo preferito dare la giusta dignità al Consiglio Regionale e alle Commissioni competenti che dovranno stabilire di concerto dove poter intervenire per trovare le somme necessarie. Cosa che in passato, ad esempio, non è avvenuta per interventi importanti come il “salvataggio” di Mediocredito, che ci costerà più del doppio di quanto previsto per il Reddito Minimo Garantito. Non ci è parso di vedere politici che si lamentavano della mancanza di fondi per far fronte a quella che per alcuni era una necessità».
Ribadisce ancora che: «Secondo noi la necessità in questo momento è aiutare le famiglie e le persone, gli aiuti alle imprese continueranno ad esserci, faremmo semmai bene a chiederci se le misure finora adottate siano effettivamente efficaci visti i dati sulla disoccupazione in costante aumento».
«Infine» -conclude il portavoce- «non va dimenticato che ce lo chiede l’Europa. Dal 2000 la Carta dei Diritti Fondamentali dell’U.E. riconosce all’art. 34 il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale e ai servizi sociali che assicurano protezione in caso di perdita del posto di lavoro. La stessa Strategia 2020 della Commissione Europea ha individuato la Crescita Inclusiva come una “iniziativa faro”, all’interno di questa è stata istituita la “Piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale”. Invitiamo pertanto la Giunta Regionale a valutare la possibilità, non così remota, di attingere ai famosi fondi europei messi a disposizione, che troppo spesso non sono stati adeguatamente utilizzati»