«È da quasi 10 mesi che la giunta Serracchiani non risponde alle nostre interrogazioni orali e alle nostre interpellanze. L’ultima risposta in Aula a una nostra interrogazione risale infatti al 27 gennaio 2015. I fatti dimostrano chiaramente il livello di rispetto dell’esecutivo regionale nei confronti del nostro ruolo di opposizione in Consiglio regionale e, soprattutto, dei cittadini del Friuli Venezia Giulia. Per questo motivo, in segno di protesta, questa mattina, dopo il ricordo della vittime degli attentati di Parigi, abbiamo deciso di non partecipare alla prima parte della seduta del Consiglio».
Con questa motivazione i portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Andrea Ussai, Elena Bianchi, Eleonora Frattolin, Ilaria Dalzovo e Cristian Sergo hanno spiegato l’ennesimo abbandono dell’Aula durante le risposte della giunta alle interrogazioni e interpellanze dei consiglieri.
A tutt’oggi sono ben 25 le “domande” dei pentastellati alle quali l’esecutivo Serracchiani non ha ancora voluto dare risposta. Si tratta nello specifico di 19 interrogazioni orali e di 6 interpellanze.
«Oggi per fortuna – rivelano i portavoce del M5S -, durante la discussione sulle modifiche al regolamento interno del Consiglio regionale, l’Aula ha approvato una nostra proposta che impone alla giunta regionale, qualora non risponda alle interrogazioni entro 60 giorni dalla comunicazione in Aula della loro presentazione, di farlo in commissione. Infatti, le interrogazioni dovranno essere tramesse alla commissione competente per materia e – aggiungono i pentastellati – iscritte di diritto all’ordine del giorno della prima seduta utile della stessa commissione. Ogni consigliere potrà esercitare questo diritto al massimo per due interrogazioni al mese».
«Siamo soddisfatti che il Consiglio abbia approvato questa nostra proposta che – concludono i portavoce del MoVimento 5 Stelle – obbligherà finalmente l’esecutivo regionale a dare riposte a tutte le domande dei rappresentanti dei cittadini, senza arrogarsi il diritto di affrontare quelle più facili e di escludere – come troppo spesso accade – quelle maggiormente spinose».