Dopo il sopralluogo ai punti nascita di Palmanova e Latisana rimangono molti dubbi sull’operato della giunta Serracchiani e un’unica certezza: a meno di ravvedimenti dell’ultimo secondo, il punto nascita di Latisana chiuderà entro metà dicembre! Ufficialmente la chiusura viene definita una “sospensione tecnica”, motivata dalla carenza di pediatri, ma con tutta probabilità si tratterà di una cessazione definitiva, voluta dalla maggioranza in Regione guidata dal Partito democratico. Una decisione supportata inoltre da alcuni tecnici come il direttore generale dell’AAS2 e alcuni primari che in questa vicenda non sono sembrati per nulla imparziali.
Quando, a maggio, in Consiglio regionale era stata discussa la nostra mozione, eravamo convinti del fatto, che nei mesi successivi, come – tra l’altro – aveva sostenuto l’assessore Telesca, le decisioni sarebbero state prese solo dopo aver valutato attentamente gli ulteriori sviluppi e tutti i dati a disposizione. Ebbene in questi mesi è accaduto che Portogruaro ha chiuso il punto nascita, le partorienti si sono trasferite da Portogruaro a Latisana, e non a S. Vito, e che la differenza del numero dei parti tra Palmanova e Latisana è bruscamente diminuita. I dati parlano infatti di 1 parto al giorno in più a Palmanova rispetto a Latisana nel 2014 e di 14 parti in più al mese invece negli ultimi 4 mesi, per un totale di circa 50 parti in più a Palmanova da agosto a novembre. Inoltre, in base agli ultimi dati forniti alla stampa dallo stesso assessore, è ormai acclarato che le donne di Gorizia stanno andando a partorire a Monfalcone e non a Palmanova. Per tutte queste ragioni siamo tutti convinti che quella della carenza dei pediatri sia stata una scusa creata ad hoc per chiudere la struttura di Latisana prima che il divario dei parti tra Palmanova e Latisana non si riducesse troppo.
Riguardo ai pediatri ci saremmo aspettati che il direttore Pilati si chiedesse perché solo a Latisana mancano pediatri. I concorsi per assumere pediatri vanno deserti, infatti, solo a Latisana e non negli altri ospedali. A questo punto per prendere la decisione di chiudere i reparti sarebbe bastato un segretario e non un direttore generale che invece è pagato per cercare di capire la causa dei problemi e per trovare le soluzioni per risolverli.
Ambigue e inverosimili sono sembrate anche le risposte dello stesso direttore generale alle domande sollevate alla fine dei due sopralluoghi dai consiglieri regionali della Commissione Sanità. Il dubbio principale, che ci ha portato a presentare una richiesta ufficiale di accesso agli atti, riguarda i lavori e gli investimenti che sarebbero necessari per l’accreditamento di entrambi i punti nascita. Investimenti che prevedono per la sede di Latisana solamente l’acquisto degli arredi per il reparto materno infantile – una struttura nuova di zecca e inutilizzata da circa due anni – e per Palmanova i lavori di messa a norma dell’impianto di areazione e di altre porzioni strutturali delle sale parto. Secondo il direttore generale questi interventi sarebbero compatibili con la normale prosecuzione dell’attività del punto nascita, tesi questa che riteniamo difficilmente sostenibile. A nostro avviso questa situazione rischia infatti di portare a un aumento esponenziale dei costi necessari per i lavori.
Ci sembra molto ambigua anche la lettura dei dati sull’attrattività delle due strutture. Se infatti per Latisana possiamo parlare di un introito netto per la Regione di oltre 1 milioni di euro dovuto a pazienti non residenti nel Friuli Venezia Giulia, per Palmanova i circa 2 milioni di “attrattività” sono strettamente collegati invece agli altri ospedali regionali. Non si tratta quindi di un reale vantaggio economico ma anzi di un meccanismo che riduce il numero dei parti nelle altre strutture del Friuli Venezia Giulia.
Far cessare l’attività, poi, del punto nascita di Latisana quando è ancora chiuso quello di Portogruaro, è particolarmente assurdo. Così facendo si mette la parola fine a uno dei pochi punti nascita della Regione in crescita e si finisce per sguarnire un territorio particolarmente vasto che vedrà ridotta la possibilità di accedere a servizi essenziali per le donne incinte e per le famiglie con bambini. Insieme al punto nascita a Latisana morirà infatti anche la pediatria.
Sarebbe stato più logico chiudere provvisoriamente il punto nascita di Palmanova, spostando i pediatri in servizio presso la sede di Latisana. Questo avrebbe consentito di effettuare i lavori strutturali necessari per la sicurezza presso il presidio palmarino senza danneggiare le partorienti e potendo, nel contempo, verificare l’andamento degli accessi a Latisana, determinati da una eventuale chiusura definitiva della struttura di Palmanova.
L’impressione che abbiamo avuto lo scorso martedì è che l’interesse della politica spinga nella direzione opposta a quella dei cittadini! Con il partito unico (PD più o meno L) soddisfatto per l’assist politico che questa cattiva decisione fornirà a entrambi i sindaci in carica nelle due cittadine.