Ieri sera si è tenuto a Rauscedo un incontro sul TTIP organizzato da ConfCooperative Fvg cui hanno partecipato sia l’assessore Bolzonello, sia l’assessore Cristiano Shaurli che l’eurodeputato De Castro dal titolo “TTIP: conseguenze e opportunità per l’agricoltura friulana”. Chi si aspettava una serata di informazione rivolta alle aziende agricole della zona di Rauscedo circa le possibili conseguenze che la firma di questo trattato potrà avere sulla nostra Economia, sarà rimasto un po’ deluso. In realtà, tutti e tre gli interventi dei politici si sono concentrati sulle opportunità che questo trattato darà alle imprese friulane, ma poco o nulla si è parlato dei rischi e delle conseguenze per le stesse.
Il vice presidente della Regione Bolzonello ha parlato di “grande opportunità” per le imprese agricole della nostra Regione, mentre l’on. De Castro ha ricordato che con l’abbattimento di alcune barriere “non tariffarie” ci potrà essere un consistente incremento delle esportazioni dei nostri prodotti che attualmente devono affrontare diversi ostacoli in territorio statunitense (a tal proposito è stato ricordato come in passa anche il Prosciutto di San Daniele ha dovuto scontrarsi con la tolleranza zero degli americani al batterio Listeria, oppure il latte crudo e suoi derivati considerati molto pericolosi in America).
Il problema però, che non è stato sottolineato, è proprio questo. Un conto sono le barriere tariffarie, la cui eliminazione potrà vedere aumentate le esportazioni e gli scambi tra le due sponde dell’Oceano, un conto sono le barriere non tariffarie. Da anni ormai attorno al TTIP è stato lanciato l’allarme su come l’eliminazione di queste barriere potrà incidere sulla salute e la sicurezza alimentare dei consumatori. A chi ha partecipato all’incontro di ieri sera non è stata data la possibilità di capire con quale forza contrattuale l’Europa potrà pretendere che vengano abbattute le barriere tariffarie statunitensi, agevolando così l’esportazione dei nostri prodotti e non permettere invece che vengano toccate quelle del nostro continente. Grazie a queste nel corso degli anni è stato possibile limitare la circolazione di prodotti OGM, di carne trattata con gli ormoni o di carne lavata con la varecchina.
Dai recenti studi del Dipartimento Americano dell’Agricoltura si prevede che con il solo abbattimento delle barriere tariffarie l’importazione di prodotti USA in Europa aumenterà di oltre 5 miliardi, mentre l’esportazione di prodotti Europei negli Stati Uniti potrà incrementare di soli 800 milioni di dollari, questo perché i dazi doganali sono più favorevoli agli esportatori europei in questo momento che non agli americani. Qualora venissero incluse anche le barriere non tariffarie all’interno del TTIP le esportazioni americane salirebbero fino a 9,5 miliardi mentre quelle europee, aumenterebbero sì ma fino a 2 miliardi. A beneficiarne sarebbero prodotti come formaggi frutta verdura e salumi, tra cui anche il prosciutto di San Daniele, che deve scontrarsi con una normativa americana molto severa che non prevede la stessa tolleranza al batterio Listeria concessa in Europa.
Sinceramente, le rassicurazioni dell’on. De Castro circa le possibilità del Parlamento Europeo di non appoggiare il TTIP, nel caso in cui all’interno vi siano anche norme che possano ledere la sicurezza dei nostri consumatori o la tutela dei nostri prodotti non possono lasciarci tranquilli. Il trattato con il Canada recentemente firmato prevedeva 1600 pagine, di queste solo 20 trattavano la tutela delle Indicazioni Geografiche. Ebbene, l’Europa è riuscita a “tutelare” una lista di 173 IG su 1438 presenti nel continente. L’Italia si è vista riconoscere solo 41 delle 276 IG presenti nella penisola. Tra queste solo il Prosciutto di San Daniele è della nostra Regione.
Questi soli dati dovrebbero far ben capire quale sarà lo scenario e quali le conseguenze di un trattato di liberalizzazione del commercio. L’aumento di prodotti importati, a parità di domanda comporterà l’abbassamento dei prezzi e la conseguente chiusura delle nostre aziende agricole, scenari già visti anche in questo settore. Qualcuno sicuramente saprà affrontare la sfida del mercato americano, qualcuno si è anche già attrezzato, la stragrande maggioranza rischia però di venir travolta, ma queste cose non vengono mai spiegate agli agricoltori, perché?
E’ strano che il vice presidente Bolzonello da un lato voglia combattere le liberalizzazioni del commercio e i danni che queste hanno causato in Italia (più di 650 mila aziende chiuse dal 2011 ad oggi) e dall’altro sostenga che questo trattato di liberalizzazione sia una “grande opportunità” per le nostre imprese.
Noi continueremo a porre all’attenzione del Consiglio Regionale questi aspetti, in attesa che la II Commissione riprenda una discussione iniziata esattamente un anno fa con l’approdo della mozione del MoVimento 5 Stelle in Aula sulle conseguenze del TTIP, discussione mai affrontata e mai portata a conclusione.