“Appena due settimane fa Debora Serracchiani parlava di “stare più vicini ai cittadini, in ascolto e in dialogo costante”. Oggi ha fatto bocciare dalla sua maggioranza di centro sinistra il referendum sulla riforma sanitaria. Referendum che è a tutti gli effetti il principale strumento di democrazia diretta a disposizione dei cittadini. Incredibile che questo avvenga per volontà del Partito – ormai sedicente – democratico”. È durissimo il commento dei portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Bianchi, Frattolin, Dal Zovo, Sergo e Ussai dopo la bocciatura al referendum votata dall’Aula.
“La maggioranza ritiene inammissibile il quesito perché si tratta di una norma molto complessa contenente almeno 18 precetti o discipline distinte e la sua abrogazione creerebbe un vuoto normativo difficilmente colmabile nei 60 giorni di latenza concessi. Abbiamo dovuto però ricordare – sottolinea Eleonora Frattolin – che questa norma complessa è stata depositata alla presidenza del Consiglio in data 13 agosto 2014 ed è stata approvata dall’Aula il successivo 2 ottobre. Approvazione che è giunta quindi in meno di 60 giorni, nei quali ci sono state tutte le audizioni e le discussioni del caso sia in Commissione che in Aula. Questo sta a significare, pertanto, che, grazie alla possibile proroga prevista per legge, avremmo avuto tutto il tempo per modificare la norma in caso di esito positivo del referendum ed evitare, in questo modo, che la Regione cadesse nel caos amministrativo paventato dall’assessore Telesca e dalla giunta Serracchiani”.
“In questo momento – aggiunge Frattolin – non possiamo poi non ricordare le parole della presidente Serracchiani che meno di due settimane fa – esattamente il 20 giugno scorso – scriveva testualmente: “Non basta governare con capacità e onestà, né avere buoni programmi, occorre riprendere slancio nel rinnovamento, tornare a stare più vicini ai cittadini, in ascolto e in dialogo costante. Ricominciamo dai territori, dalle città, dalle comunità.” Le solite belle parole. I fatti stanno nei numeri, con una maggioranza di centro sinistra che quasi all’unanimità ha votato “no” all’ammissibilità del referendum sulla riforma sanitaria. Una pagina vergognosa per questo Consiglio regionale, un’occasione persa per tornare a dialogare e a confrontarsi con i cittadini. È evidente – attacca – che i partiti sono alla frutta, completamente sconnessi dai cittadini e sordi alle esigenze che salgono dai diversi territori del Friuli Venezia Giulia”.
“Analoghe argomentazioni sono state portate oggi in Aula per chiedere l’inammissibilità degli altri due quesiti: uno per abrogare le Uti, l’altro per proporre una legge voto sulle province autonome del Friuli Venezia Giulia. A questo punto è necessario evidenziare come il Consiglio regionale sia evidentemente in conflitto di interesse a valutare l’ammissibilità di referendum abrogativi di leggi che la maggioranza ha recentemente approvato. Ed è per questo – ricorda Bianchi – che abbiamo chiesto a gran voce che si metta prontamente mano alla legge che regola l’argomento, introducendo un organo terzo in grado di pronunciarsi con effettiva competenza e privo di qualsiasi conflitto di interesse”.
“In un momento in cui è palese la disaffezione dei cittadini ai politici, prima ancora che alla politica e alle istituzioni, appellarsi a tecnicismi per mettere il bavaglio ai cittadini – ribadisce Elena Bianchi – è stato un azzardo non necessario. Speriamo che chi ha votato “no” abbia ben compreso il significato profondo che l’inammissibilità a questo referendum comporta. Non ci resta pertanto che ringraziare la maggioranza per la sua ostinatezza. Le conseguenze di queste decisioni – conclude Bianchi – non faranno altro che favorirci!”.