30 giugno 2015: “lo stabilimento di Trieste è un’opportunità per il Fvg”; 13 luglio 2015: “Passi per rafforzare le sinergie”; 17 settembre 2015: “Flextronics ora è vera eccellenza per Fvg”; 16 ottobre 2015: “Serracchiani riceve il top management del gruppo Flex”; 19.2.2016: “Positivo aggiornamento con Flex”. Ecco i titoli dei comunicati stampa diramati dalla giunta Serracchiani nei mesi successivi alla cessione dello stabilimento triestino di Alcatel-Lucent alla Flextronics, avvenuta nel luglio del 2015, quando la multinazionale americana arrivava a dire che, grazie a questa acquisizione, “nascerà un centro di eccellenza globale per la produzione di tecnologie di trasporto ottico”.
L’entusiasmo della giunta Serracchiani è andato avanti almeno fino a maggio dello scorso anno. “Ricordando il ruolo svolto nelle vertenze Flextronics e Revas a fianco delle parti e dei lavoratori per mettere in sicurezza le due realtà industriali – si legge in una nota dell’esecutivo regionale – … viene la conferma di un’attenzione, non astratta o solo dichiarata, ma molto concreta per lo sviluppo industriale dell’area”. Sulla battaglia “a fianco delle parti e dei lavoratori” poi cala il silenzio, decisamente elettorale dato che a dicembre la politica, in particolare quella renziana, era attesa all’importante appuntamento del referendum costituzionale. Puntualmente, infatti, il caso dei 60 interinali in bilico alla Flex torna a riesplodere a fine gennaio 2017, dopo la batosta referendaria e le feste di Natale.
“Non arriviamo a capire come sia possibile che il 9 ottobre 2016, poco prima del referendum costituzionale, al tavolo del Mise la Flextronics si dichiarasse pronta a scongiurare il taglio di 50 interinali previsto nel precedente incontro romano di maggio 2016 – attacca il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo -. Anzi, proprio a due mesi dalle urne, annunciò l’intenzione di aumentare i 711 e di volerne assumere altri 30 unità in somministrazione. Viene lecito domandarsi se l’intenzione di licenziare 50 persone non sia stata riportata nel verbale del Mise vista la concomitanza con le elezioni comunali di Trieste, cosa che avrebbe creato qualche grattacapo elettorale al sindaco Cosolini”.
“Sfortunatamente, a gennaio di quest’anno la società (americana?) aveva già cambiato idea, annunciando di voler mandare a casa 60 interinali tra aprile e maggio, ma la giunta Serracchiani non è sembrata né sorpresa né preoccupata di questa evenienza, tant’è che non c’è alcuna sua nota stampa in merito. In questi giorni invece si sta parlando di 65 persone da lasciare a casa entro la fine di marzo. Qui la prima chiarezza da fare, vista la veemente reazione dell’amministrazione regionale, è se i lavoratori di cui la multinazionale vuole sbarazzarsi non siano addirittura 125 – rimarca il consigliere pentastellato -, altrimenti non capiamo perché l’intervento della giunta non ci fosse stato anche a gennaio”.
“Mistero anche sui successivi incontri con il nuovo governo Gentiloni. Uno era previsto a fine febbraio ma dei risultati non vi è traccia alcuna mentre oggi si parla di un prossimo appuntamento ad aprile. Capibile il passaggio di consegne di Palazzo Chigi, meno capibile il fatto che il ministro Poletti sia ancora al suo posto. La giunta Serracchiani invoca il tavolo regionale, ma – sottolinea Sergo – questo esiste dal 2015 e Flextronics vi ha già partecipato. Già nel giugno del 2015 era stata approvata in Commissione lavoro alla Camera, la risoluzione del M5S, che doveva garantire il mantenimento dei posti di lavoro dei dipendenti dello stabilimento di Trieste. Purtroppo – conclude il capogruppo pentastellato – nonostante al governo a Roma e a Trieste ci sia ancora il centro sinistra, come M5S faremo in modo che gli accordi vengano rispettati”.