I flussi di migranti causate da guerre, fame e cambiamenti climatici (dove i paesi occidentali non sono esenti da colpe) non sono destinati a ridursi! Un vero esodo che è appena cominciato e a cui l’Europa, lo stato Italiano e i Comuni non stanno fronteggiando per mancanza di volontà.
Bene hanno fatto i sindaci dei maggiori capoluoghi regionali a trovarsi per analizzare il problema e per cercare delle soluzioni ma l’ipocrisia continua a regnare sovrana. Soluzioni come l’aumento delle commissioni per velocizzare il riconoscimento degli aventi diritto ma anche i rimpatri, più controlli alle frontiere e più risorse per la polizia, sono cose che come M5S chiediamo da anni!
Quello che servirebbe veramente, però, è che ogni comune faccia la sua parte! Non si può chiedere che l’Europa faccia la sua parte ridistribuendo i rifugiati che si sono visti accogliere la domanda di asilo e poi non fare lo stesso all’interno della nostra regione abbandonando a se stessi i grandi comuni che soffrono la pressione maggiore. Tutti i Comuni devono avere il coraggio di gestire in prima persona l’immigrazione attraverso il sistema Sprar, senza delegare alle cooperative e al volontariato questo problema. Il dato fornito dalle Prefetture, per la nostra regione, vedeva al 12 giugno la presenza di 4.739 persone straniere richiedenti o titolari di protezione internazionale sul territorio regionale.
L’intesa raggiunta nei mesi scorsi tra l’Anci e il Ministero dell’Interno prevede la clausola di salvaguardia per i comuni che vorranno aderire su base volontaria allo Sprar, ovvero la garanzia del numero di richiedenti, presenti nel proprio territorio comunale, con l’impossibilità del prefetto di inviare nuovi richiedenti. L’accordo prevede il riparto di 2,5 migranti ogni mille abitanti. E’ di questo che abbiamo bisogno, che ogni singolo primo cittadino, della nostra regione, aderisca alla rete SPRAR, in modo da avere una ripartizione giusta su tutto il territorio regionale e la giusta convivenza ed integrazione, che solo un sistema così, può garantire. I primi cittadini spieghino perché non hanno attivato un numero adeguato di posti Sprar e, per quanto riguarda Gorizia, chiediamo al sindaco, di sanare l’errore fatto dall’ex sindaco Romoli, di uscire dal sistema SPRAR.
Cari sindaci se volete fare cassa e speculare anche elettoralmente sui disservizi legati all’immigrazione che contribuite a creare, siete sulla buona strada. Se invece volete risolvere i problemi dei cittadini allora umilmente vi consigliamo di cambiare strada e di aiutare tutta la regione, ad essere virtuosa, nella gestione di questo fenomeno che è ormai strutturale.
Nella nostra regione, a gennaio 2017, a fronte di circa 5000 richiedenti accolti, solo l’8% risulta essere inserito nel sistema SPRAR. Altre regioni italiane, come Lazio, Calabria o Sicilia, hanno delle percentuali ben più elevate (29,6% – 41,1% – 34,7%) segno che hanno capito che solo con questa strada, si può governare il fenomeno.