Nel Friuli Venezia Giulia, grazie alle proposte avanzate dal M5S, è stata approvata la “Mia” (Misura di inclusione attiva), evitando di attendere il 2018 per veder garantito un qualche aiuto alle famiglie della nostra Regione in povertà assoluta. Va ricordato che la “Mia” prevede erogazioni non sufficienti a consentire davvero un’inclusione sociale dei nuclei beneficiari, ma che risultano più alte rispetto a quelle annunciate dal governo.
Il “Rei” (Reddito di inclusione), approvato dal governo Gentiloni prevede l’erogazione di “un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti”. Come sempre per il Pd i concittadini in difficoltà non sono le priorità, come invece lo sono i soldi per salvare le banche. Noi invece, come sosteniamo da tempo, chiediamo che la misura regionale da erogare venga aumentata, avvicinandosi alle cifre da noi proposte nel 2014.
Nel 2016 sono stati erogati quasi 48 milioni per la “Mia”, mentre nel 2017 sono stati stanziati poco più di 30 milioni, a differenza dei 40 sbandierati dalla giunta Serracchiani. Va anche ricordato che, come da nostra mozione approvata in Consiglio, la legge regionale dovrà modificare anche i criteri di accesso a questa misura: non si dovrà tenere più in considerazione solo il reddito Isee, ma anche la situazione patrimoniale, il che allargherà la platea dei beneficiari.
Lo scorso 4 agosto l’assessore Telesca, di fronte ai continui allarmi lanciati dai beneficiari della misura di sostegno al reddito, rimasti per mesi senza alcun aiuto economico che gli spetta per legge, ha rassicurato tutti quanti con un comunicato stampa. A distanza di un anno, la Regione era pronta a firmare l’ennesimo protocollo con l’Inps, per “garantire una efficace ed efficiente applicazione combinata di norme regionali e statali, superando tutte le difficoltà gestionali che si sono manifestatesi”, dovute alla scelta della giunta Serracchiani di allineare la misura regionale con quella statale denominata “Sia” (Sostegno all’inclusione attiva).
I servizi sociali – tra l’altro non tutti – hanno finalmente iniziato a erogare i contributi previsti dalla legge regionale per le mensilità di maggio e giugno, mentre ancora nulla si sa per il bimestre luglio-agosto che volge ormai al termine.
Adesso il governo Gentiloni introduce il “Rei” che andrà a sostituire il “Sia”, altri allineamenti son previsti all’orizzonte con tutti i disagi che già possiamo immaginare. A differenza di quanto sostenuto dall’assessore, il “Rei” non sarà rivolto solo alle famiglie con figli, ma anche a persone single disoccupate con più di 55 anni o donne in gravidanza, e quindi ci saranno diversi parametri da tenere in considerazione per integrare le due misure. In più, come ricordato.
A quanto pare a chi ci governa piace complicare le cose semplici. Si stava ancora sistemando il caos iniziale dovuto al gran numero di domande della “Mia” e si è deciso di complicare tutto integrandola con la “Sia”. Nel momento in cui si stavano per risolvere i problemi – più a parole che nei fatti – si è costretti a modificare tutto di nuovo perché non ci sarà più la “Sia” ma il “Rei”. Insomma in questo balletto normativo a rimetterci sono sempre e soltanto le persone in difficoltà!