MEDIOCREDITO FVG: INDAGINI ACCERTANO QUELLO CHE ABBIAMO CHIESTO NEL 2014

Ora Serracchiani e Peroni possono minacciare di querela anche la Procura di Udine e la Guardia di Finanza.

Dopo le notizie delle indagini della magistratura su Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia Spa e dell’ispezione della Guardia di Finanza negli uffici di via Aquileia a Udine, oggi l’assessore Peroni si è affrettato a dire che la Regione “è vittima – al pari dello stesso Istituto – di condotte di reato quali quelle ipotizzate e che, ove tali condotte risultassero accertate e individuati i relativi responsabili, agirebbe a propria tutela in tutte le sedi giudiziarie competenti”. È lo stesso Peroni che, spalleggiato dalla presidente Serracchiani, negli ultimi tre anni ha parlato di azioni legali per aggiotaggio, diffamazione e danni nei confronti di parlamentari e consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, colpevoli di aver puntato il dito – costantemente – contro le pessime gestioni del passato e gli immancabili aumenti di capitale sulla pelle dei cittadini del Friuli Venezia Giulia. Probabilmente l’obiettivo era solo quello di zittire chi, secondo la coppia Serracchiani-Peroni, stava minando la stabilità e la reputazione di Mediocredito.

Le forze di centrosinistra e centrodestra stiano certe di una cosa. La nostra azione andrà avanti finché tutte le verità e tutte le responsabilità su Mediocredito non verranno a galla. Più di tre anni fa, nel giugno del 2014, abbiamo depositato in Consiglio regionale una mozione per istituire una commissione d’inchiesta sulle responsabilità nella gestione della Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia Spa. Proposta rigettata con sdegno dalla giunta Serracchiani e dagli altri partiti presenti in Consiglio regionale, quasi non fossero interessati a capire le vere cause della voragine finanziaria della Banca, costantemente in perdita negli ultimi anni. Anche in questo caso – come per CoopCa, Coop Operaie e Aussa Corno – per ottenere la verità, qualunque essa sia, si è dovuto aspettare l’intervento della magistratura.

Con lo stesso spirito, ad ogni occasione, ci siamo opposti alle infinite ricapitalizzazioni dell’istituto bancario (l’ultima di un centinaio di milioni di euro), convinti che non avesse alcun senso coprire con il denaro dei cittadini gli sperperi provocati da una pessima gestione senza accertarne le responsabilità. Ricordiamo a tutti che il bilancio 2016, quello che doveva essere in pareggio, è stato chiuso con un passivo di 76 milioni di euro quando nel 2015 i conti erano in rosso per 39 milioni di euro e nel 2014 di circa 28,5 milioni di euro. E le sofferenze sono passate dai 350 milioni di euro del 2015 ai 385,3 dello scorso anno, con il 58% di queste sofferenze che riguardano operazioni fatte per sostenere realtà industriali che hanno sede fuori dal Friuli Venezia Giulia. Dati drammatici che finora non hanno portato a individuare un partner strategico per uscire da questa situazione.

L’ultimo caso sconcertante riguarda i titoli di prestito subordinato presenti nel portafoglio della Fondazione CRTrieste. Un affarone per l’istituto guidato da Paniccia ma un problema serio per le casse già in profondo rosso di Mediocredito se la partecipata fosse costretta a rimborsare i 20 milioni di euro provenienti dalle tasse dei cittadini del Friuli Venezia Giulia.

È vero, da poco la banca ha sottoscritto un accordo con Bain Capital Credit per la cessione di crediti deteriorati, così come è vero che – a parole – i vertici dell’istituto abbiano annunciato di aver avviato alcune azioni di tutela legale, a fini di risarcimento del danno subito. Tutto sempre nel massimo riserbo. Senza sapere se le persone coinvolte siano alti dirigenti, uomini politici o qualche quadro intermedio perfetto per vestire i panni del capro espiatorio.

Gli atti riguardanti Mediocredito, infatti, sono sempre stati secretati e le nostre richieste di accesso agli atti sono state puntualmente negate. Un muro di gomma denunciato più volte nel corso di questa legislatura coperto sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Nel Friuli Venezia Giulia cambia chi sta al governo, ma il modo di gestire Mediocredito è sempre lo stesso.