“Rimaniamo contrari alla legge, figuriamoci al cda”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo, motiva il no allo stralcio 5-03 che modifica la legge regionale 5/2016 che riguarda il servizio idrico integrato e il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. La norma di fatto istituisce il Consiglio di amministrazione dell’Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti. “In una legge che aveva come unico obiettivo quello di far gestire a un unico soggetto il servizio idrico e i rifiuti, finalità non andata in porto solo grazie a una sollevazione popolare, – spiega Sergo – con questo intervento si peggiorano le cose”.
Secondo il consigliere, “in questo modo i cittadini saranno sempre più lontani dalle decisioni e dalla possibilità di gestire i servizi, lasciando nelle mani di pochi, ancorchè soggetti pubblici, la gestione dell’acqua che sempre più viene vista come una risorsa da cui ricavare utili per alcuni e non un diritto per tutti”.
Per quanto concerne la composizione del Consiglio di amministrazione, “oltre alla spropositata presenza di due sindaci dei Comuni veneti nella gestione del solo servizio idrico, non possiamo non notare – aggiunge Sergo – che qualora la scelta dei componenti del cda non seguisse criteri di meritocrazia ma meramente demografici, un posto sarebbe assicurato al sindaco di un Comune la cui gestione dei servizi è in mano a una società privata e non partecipata. Se con lo stesso criterio questo sindaco dovesse diventare presidente del cda, e quindi rappresentante legale dello stesso – conclude l’esponente dei 5 Stelle – ci chiediamo come e cosa voglia dire questo in merito all’espressione della volontà popolare di far sì che la gestione di questi servizi rimanga pubblica”.