«Ora anche nel Friuli Venezia Giulia saranno recepiti i principi ormai consolidati a livello europeo per quanto riguarda la ristorazione all’interno degli ospedali. Il voto favorevole e all’unanimità del Consiglio regionale alla mozione da noi proposta rappresenta un passaggio fondamentale per promuovere la salute e il benessere del paziente, ma anche la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei meccanismi di preparazione dei pasti ospedalieri». È grande la soddisfazione del portavoce del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai al voto positivo dell’Aula alla mozione presentata dai pentastellati.
Considerate le innumerevoli segnalazioni ricevute ed i risultati delle rilevazioni del gradimento dei pasti che evidenziano presso alcune sedi ospedaliere forti criticità con alte percentuali di rifiuto, era quanto mai urgente un cambio di passo rispetto ad un servizio che riguarda la preparazione e la fornitura di oltre 4.500 pasti tra degenti ospedalieri, lungodegenti e lavoratori.
La scarsa gradibilità dei pasti ha acquisito dimensioni sempre più evidenti dopo l’applicazione della spending review che ha fissato il tetto per il vitto ospedaliero a 13 euro / giorno comprensivo di colazione, pranzo e cena, valore che rappresenta circa il 2,5% del costo di degenza.
Per risparmiare, i pasti serviti ai pazienti di alcuni presidi ospedalieri regionali (es. Trieste e Udine), vengono acquistati fino in Veneto, con tecniche che consentono la produzione addirittura anche 20 giorni prima del loro consumo, soluzione questa che pone numerosi problemi sul controllo qualitativo delle preparazioni e che pregiudica la qualità organolettica del pasto.
Un risparmio che non tiene conto però del fatto che lo stato nutrizionale influenza pesantemente il decorso delle malattie e condiziona la qualità della vita specialmente nei soggetti più vulnerabili. Nel soggetto ospedalizzato infatti è stato dimostrato che un deterioramento dello stato nutrizionale provoca un aumento dei tempi di degenza e di riabilitazione, aumenta le riospedalizzazioni, riduce la qualità della vita del paziente e aumenta i costi a carico del Servizio Sanitario.
«Non possiamo scordare inoltre che il Ministero della Salute e il Ministero dell’Ambiente hanno già formulato una serie di raccomandazioni e proposto alcune norme per lo sviluppo di buone pratiche riguardanti la ristorazione collettiva – sottolinea Ussai -. L’indicazione è quella di preferire pasti preparati in sede o in cucine vicine alle strutture ospedaliere in modo da consentire controlli efficienti e preservare la qualità organolettica dei pasti, impiegando prodotti freschi, di stagione e da filiere locali. Viene inoltre sollecitata l’adozione di appalti pubblici in grado di integrare al loro interno anche gli aspetti sociali e ambientali».
«Ora – conclude il portavoce del M5S – abbiamo posto le basi per raggiungere in tempi brevi un miglioramento della qualità dei pasti erogati dalle Aziende ospedaliere e sanitarie, dando anche un contributo importante alle filiere locali e allo sviluppo economico delle piccole e medie imprese della nostra Regione».