Come al solito, quando siamo prossimi a una scadenza elettorale, assistiamo a tutto un fiorire di incontri, stipule di protocolli e accordi tra Rete ferroviaria italiana (Rfi) e Regione. D’altronde la logica del taglio del nastro e dell’asfalto elettorale non manca mai nella politica della presidente Serracchiani. Lo scorso febbraio i giornali annunciavano a caratteri cubitali la stipula dell’accordo quadro tra Rfi e la Regione. Ieri la notizia di una firma di un altro accordo con dentro le medesime opere che da anni vengono solo annunciate e delle quali non si vedono mai i lavori. Unica certezza i costi sempre esorbitanti che, complessivamente, arriveranno a 2,6 miliardi di euro.
Un mese fa avevamo denunciato che, come già stabilito nel marzo 2014 (ovvero due anni e mezzo fa), fosse intenzione di RFI presentare un progetto preliminare della Nuova Velocizzazione della Linea Venezia – Trieste comprendente la galleria nel Carso di 23 km a partire dalla stazione di Ronchi dei Legionari. Obiettivo: guadagnare quattordici minuti nel tragitto. Costo previsto per quest’opera: 1,8 miliardi di euro!
In Consiglio regionale, rispondendo alle nostre interrogazioni, l’assessore Santoro era arrivata a dire che il documento in nostro possesso fosse sì un documento di Rfi ma non fatto proprio da Rfi (non è un errore o una battuta!). L’assessore, inoltre, aveva sostenuto che non ci fosse alcun rischio di realizzare una galleria nel Carso. Una presa in giro a cui non abbiamo mai creduto. La dimostrazione è stata la stipula dell’accordo di ieri dove per la sola velocizzazione della tratta è previsto, guarda caso, un investimento di 1,8 miliardi di euro, per velocizzare la linea di una decina di minuti. Va ricordato ancora una volta che attualmente il treno Frecciargento collega i due capoluoghi in un’ora e venticinque minuti.
Dire che avevamo ragione, come sempre, non ci conforta. Siamo invece sconfortati sempre di più dalla mancanza di coraggio e di trasparenza della Serracchiani. La presidente non si assume la responsabilità di dichiarare apertamente che quella firmata ieri rappresenta – nel peggiore dei casi – la distruzione del Carso, altrimenti dovrebbe spiegare come mai senza la galleria rimane lo stesso costo per realizzare l’opera.
I cittadini del Friuli Venezia Giulia devono sapere che queste sono decisioni imposte da Roma e subite senza resistenza alcuna dalla giunta Serracchiani, che a questo punto possiamo dire che ha sottoscritto queste scelte.