“Numerosi pareri sconsigliano l’utilizzo dell’acido peracetico ad alte concentrazioni come disinfettante delle acque reflue scaricate nel nostro mare. Lascia quindi perplessi che l’assessore Scoccimarro liquidi la questione parlando di un utilizzo, a suo dire, conforme a direttive e regolamenti comunitari, quando è proprio l’Istituto Superiore della Sanità a sconsigliare l’applicazione di acido peracetico come disinfettante da applicare negli alvei dei corpi idrici in quanto non in linea con i principi della Direttiva Europea Quadro Acque”. Lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Cristian Sergo, dopo la risposta dell’esponente della Giunta a una sua interrogazione in materia.
“Nel gennaio 2019 è stato annunciato un focus group che doveva occuparsi della disinfezione delle acque lagunari vista la costante presenza di escherichia coli: ci sembra doveroso chiedere lumi dopo due anni e mezzo e pertanto abbiamo richiesto una convocazione della commissione consiliare ambiente sul tema – continua Sergo –. Per quanto riguarda l’uso del peracetico, ci sono gestori dei depuratori che dichiarano di utilizzarne mediamente 4 milligrammi per litro (per 100 litri l’ora) e fino a un massimo di 10 (ovvero 250 litri in un’ora). In uno degli ultimi rapporti di prova di ARPA sui reflui scaricati in Adriatico è stato riscontrato un valore pari a 47 mg/l di perossidi, pari a cinque volte il dosaggio massimo dichiarato e, in teoria, corrispondente a 1.175 litri in un’ora. Ma stando alle parole dell’assessore sarebbero anche molti di più considerato che il peracetico una volta dosato dovrebbe decomporsi). Una quantità enorme che solo per pura coincidenza è stata rilevata durante un campionamento ufficiale di Arpa FVG”.
“Secondo l’Istituto superiore di sanità, l’uso di concentrazioni da 0,05 mg/l fino a 1 mg/l (praticamente 10 volte in meno di quelle utilizzate e 47 volte in meno di quelle individuate con l’ultima analisi) può comportare un rischio ecotossicologico per gli ecosistemi fluviali e marino-costieri, aggiungendo che l’efficacia di tale acido direttamente non è provata – spiega il portavoce M5S -. ARPA Abruzzo, che ha voluto studiare gli effetti di questi utilizzi, ha ipotizzato una soglia di 0,5 mg/l nei reflui per minimizzare gli effetti tossici, mentre l’Organizzazione internazionale del lavoro e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sconsigliano lo sversamento dell’acido peracetico in quanto dannoso per gli ambienti acquatici e si raccomanda vivamente che questa sostanza non venga immessa nell’ambiente”.
“Nulla ci è stato detto su quanto abbiamo chiesto nell’interrogazione – conclude Sergo -, dove chiedevamo di conoscere le cause del rilevamento di acido peracetico nei reflui scaricati in Mare Adriatico superiori ai dosaggi massimi dichiarati e le conseguenze di tale sversamento nell’ambiente in tali concentrazioni. Eppure solo tre mesi fa l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, in una procedura di valutazione dell’impatto ambientale, ha richiesto su quali basi fossero state individuate le soglie medie di dosaggio dell’acido, che è stato autorizzato dalla Regione stessa, in quanto rimaneva da chiarire l’efficacia del suo uso nonché le interferenze sul biota marino. O l’Agenzia non è stata coinvolta per rispondere alla nostra interrogazione o in questi tre mesi ha già chiarito tutto”.