“Se Comune e Consortile aprono le porte al piano angloamericano, noi invece le chiudiamo e le spranghiamo pure”. Lo afferma la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, in merito agli annunciati progetti per l’aeroporto Duca d’Aosta di Gorizia.
“Abbiamo letto gli interventi proposti da Turin Aviaton per quanto riguarda l’aeroporto di Gorizia e visionato anche al piano industriale che sarebbe alla base del progetto – aggiunge Dal Zovo -. Bene, se l’idea è stravolgere l’aeroporto di Gorizia con pista in cemento armato per voli umanitari, megahangar in stile Art Deco assolutamente avulso dal contesto, senza salvaguardare e riqualificare realmente il polmone verde e gli edifici storici superstiti, allora noi diciamo no”
“Duecento milioni di investimenti sono una cifra sovradimensionata per una struttura come quella goriziana ma, soprattutto, prevedere di cementificare la pista di erba proponendone una in asfalto, per permettere l’atterraggio e il decollo di 737 ci sembra veramente una favola – prosegue la capogruppo M5S -. Come se non ci fosse a pochi chilometri Trieste Airport, dove possono atterrare numerose tipologie di aerei”.
“Per fare ciò che viene paventato nell’immaginifico piano industriale, sempre che si possa definire tale, bisognerebbe cambiare la convenzione ENAC, il piano nazionale dei traporti e chiedere alla Sovrintendenza di rimuovere il vincolo – afferma Dal Zovo -. Prima anche solo di pensare a interventi fantasmagorici del genere, bisognerebbe scendere dalle nuvole e rimanere con i piedi ben piantati a terra. Quel progetto è irrealizzabile, per tutta una serie di motivi, non ultimo la presenza sul nostro territorio della bora che complicherebbe il decollo e atterraggio di ogni tipo di aereo sulla pista che propongono di fare”.
“Mi domando come si possa dare credito a una proposta del genere che non servirà certo a ridare prestigio all’aeroporto di Gorizia – conclude l’esponente pentastellata -. Rimaniamo con i piedi per terra e sosteniamo le iniziative locali, anzichè aprire a società inglesi e americane che probabilmento altro non vogliono che accaparrarsi un altro pezzettino del nostro patrimonio. Sia la politica regionale, insieme agli organi statali preposti, a disciplinare lo sviluppo dell’intero settore nell’interesse delle popolazioni, dei produttori, degli operatori e degli appassionati del volo da diporto e sportivo”.