“Abbiamo chiesto all’Assessore Bini di dirottare i fondi regionali già destinati a quello che doveva diventare il Parco del Mare al risarcimento dei danni causati dal recente maltempo: una norma di buon senso sia per venire incontro subito a Comuni, imprese e cittadini danneggiati, sia perché il quadro economico dell’opera è significativamente diminuito”. Questa la richiesta avanzata dalla consigliera regionale del M5S Rosaria Capozzi che sul tema si è confrontata con la consigliera comunale M5S di Trieste Alessandra Richetti.
“Abbiamo accolto con favore la rimodulazione del progetto, che va nella direzione auspicata per anni dal MoVimento – affermano le due Pentastellate -. Ricordiamo tuttavia che da una dozzina d’anni con la Legge regionale 27 del 2012 la Regione ha previsto un contributo ventennale da 100mila euro, per 2 milioni di euro complessivi a cui se ne sono aggiunti tre anni fa altri 8 milioni di euro con la legge di Stabilità 2021, portando il totale a 10 milioni di euro.”
“Considerato che il Parco del Mare doveva costare 42 milioni di euro e che il Nautaverso ha un quadro economico complessivo di circa 32 milioni di euro, abbiamo ritenuto di buon senso mantenere il contributo ventennale, ma ancor più di buon senso dirottare 8 milioni di euro dal Parco del Mare al mare vero e proprio – proseguono Capozzi e e Richetti -. Per risarcire i danni di novembre la Regione ha stanziato fondi per i comuni colpiti, ma inevitabilmente finiscono per esser tolti da altri capitoli di bilancio. Bocciando la nostra proposta la maggioranza di centro-destra ha preferito lasciare questi fondi a soggetti privati, diminuendo quello che sarà il loro esborso economico, ma mantenendo quelli che saranno i guadagni provenienti dalla gestione dell’opera. Il tutto senza considerare la possibilità per la Regione di entrare nel controllo operativo dell’operazione, visto che ora, di fatto, quasi un terzo del Nautaverso sarà pagato con fondi pubblici.”
Richetti, in particolare, ricorda “come abbia più volte sollevato la questione delle azioni annuali di manutenzione delle dighe frangiflutti attese da anni e che, se realizzate, contribuirebbero a proteggere le strutte balneari, così come più volte è stato chiesto di chiarire i dettagli operativi ed economici delle manutenzioni ordinarie. L’ultimo ordine del giorno è stato bocciato il 30 ottobre pochi giorni prima delle mareggiate che hanno colpito il litorale triestino”.