È da mesi che il MoVimento 5 Stelle di Udine cerca di fare luce sul caso Amga. Fin da quando si venne a sapere che il sindaco Honsell aveva firmato una lettera di intenti con Hera senza alcuna manifestazione pubblica di interesse nella cessione delle quote e senza alcun coinvolgimento del Consiglio comunale e del Cda della partecipata. Da allora M5S ha informato i cittadini con qualsiasi strumento a disposizione affinché emergesse la questione al fine di discuterla nelle sedi appropriate.
«Honsell, con la propria delega in materia di partecipate, ha condotto in autonomia una trattativa in merito alla quale tutti gli azionisti dovevano essere informati, in primis, lo stesso Consiglio comunale di Udine – sottolinea la capogruppo M5S in Consiglio regionale Elena Bianchi-. Sindaco e maggioranza si sono arrogati il diritto di decidere sul futuro di una grande partecipata friulana, dettando “le regole del gioco” senza mettere sul tavolo le opinioni, gli interessi, le necessità di tutti coloro che rappresentano, seppur in minoranza, una grande fetta di territorio friulano».
«Il sindaco di Udine, evidentemente, ha dimenticato quello che era uno dei suoi impegni elettorali – aggiunge il consigliere regionale M5S Cristian Sergo -, ovvero quello di promuovere “lo sviluppo dell’Amga secondo la nuova mission di gestore delle reti gas”. Honsell è inoltre particolarmente soddisfatto del rapporto di cambio tra azioni Amga ed azioni Hera risultante dal progetto di fusione, dimostrando così che il suo principale interesse è la massima monetizzazione degli asset del Comune, non certo il bene del territorio».
«Si tratta solo dell’ulteriore capitolo di quella che abbiamo denunciato essere una progressiva perdita della nostra specialità e della nostra “forza” come Regione – attacca Bianchi -. Hera al momento è controllata, infatti, per il 55% dai comuni dell’Emilia Romagna e per il 5% dai comuni della provincia di Trieste. In più, in questo caso, rischiamo di consegnare il mercato della distribuzione del gas ad un vero e proprio monopolio. Altro che liberalizzazioni!».
«Risulta quindi chiaro, plausibile, condivisibile anche se dobbiamo sottolineare, tardivo, il motivo della protesta dei sindaci dei comuni della provincia di Udine e delle categorie imprenditoriali cheintendono uscire da Amga in contrasto con le scelte politiche del primo cittadino udinese e che – rimarca Sergo – con la liquidazione delle quote potrebbero, ad esempio, intraprendere insieme ad altri soggetti la manutenzione della pubblica illuminazione».
A questo punto auspichiamo che, come richiesto dai consiglieri comunali di Udine del MoVimento 5 Stelle, nei lavori della commissione Bilancio, attualmente in corso a Palazzo D’Aronco, venga raccolto il parere dei sindaci di tutta la provincia circa le strategie di Amga per la partecipazione alle gare per la distribuzione del gas.