«Dal 2013 non viene presentata le relazione che dovrebbe documentare lo stato di attuazione della legge regionale del 2009 sul contenimento dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie nell’ambito del Servizio sanitario regionale. Sono ben quattro anni di seguito che la giunta Serracchiani è fuori legge e i cittadini continuano a lamentarsi per le continue difficoltà ad accedere rapidamente alle prestazioni sanitarie. L’esecutivo regionale deve dire pubblicamente quali sono le prestazioni sanitarie per cui vengono superati i tempi massimi di attesa e quali provvedimenti correttivi sono stati adottati nei casi di superamento dei tempi massimi e quali sono gli esiti di tali provvedimenti. Quante prestazioni vengono poi erogate da strutture private in regime di convenzionamento». Queste domande sono contenute in una interrogazione depositata nei giorni scorsi dal consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai che su questi temi dal 2013 ha presentato numerose interrogazione e recentemente anche due accessi agli atti.
«Ci sono altre questioni che attendono da tempo delle risposte – aggiunge Ussai -. Vogliamo infatti sapere quante prestazioni ambulatoriali vengono svolte in regime di intramoenia presso le strutture del Servizio sanitario regionale e se, come prevede la legge regionale 7 del 2009, viene osservato dai medici il rapporto tra i volumi di prestazioni erogate nell’ambito delle attività istituzionali e quelli nell’attività di libera professione intramuraria. La giunta Serracchiani deve poi spiegare se, in caso di mancato rispetto dei tempi massimi di attesa, le Aziende abbiano già ridefinito i volumi delle prestazioni».
«Sono numerosi i casi di superamento dei tempi massimi. Emblematico – sottolinea il consigliere regionale del M5S – quello di un paziente che nel 2014, in possesso di impegnativa per una visita endocrinologica, si era visto fissare la visita presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine a maggio 2017, quando il tempo massimo di attesa in assenza di esplicitazione del codice di priorità previsto nel Sistema sanitario regionale è di 180 giorni. In fondo il precedente modello organizzativo era stato modificato per regolare meglio l’accesso alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e per gestire in modo più razionale i tempi d’attesa nella Regione al fine di ottenere un sistema nel quale l’offerta sanitaria risulti omogenea sul territorio regionale, trasparente e di facile accesso per i cittadini. Obiettivi che non sembrano raggiunti – attacca Ussai -. Per questo è urgente conoscere oggi, nell’attuale quadro di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale, l’effettiva capacità dei servizi di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini».
«Infine il silenzio della giunta Serracchiani è assolutamente imbarazzante. In risposta ad una mia interrogazione l’assessore si era impegnata a presentare la relazione sui tempi di attesa entro il mese di maggio 2014 e successivamente, sempre su nostra precisa richiesta, l’Ufficio di Presidenza della Commissione sanità nel dicembre del 2015 aveva programmato la presentazione della relazione sul contenimento dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie per una successiva seduta della III Commissione dedicata a questi argomenti, seduta che non si è mai tenuta – ricorda il consigliere pentastellato -. Inoltre anche il Comitato legislazione, controllo e valutazione ha più volte sollecitato – purtroppo senza successo – la trasmissione di questa relazione. Se a tutta questa inerzia e reticenza, aggiungiamo che l’assessore Telesca non si sia mai presentato in Commissione per affrontare questi temi, il quadro è tanto completo quanto preoccupante. D’altronde – conclude Ussai – l’ultimo monitoraggio pubblicato sul sito web istituzionale della Regione e relativo alle liste di attesa delle prestazioni ambulatoriali del Servizio sanitario regionale, che ha utilizzato dati del 2013, risale addirittura alla rilevazione del 2 gennaio 2014».