“Mentre la politica regionale e i portatori di interesse in un convegno a Pordenone denunciavano il costante calo di molluschi nel nostro mare definito ‘inquinato’, senza dare spiegazione alcuna sulle cause di tale situazione, di lì a poche ore l’azienda per l’assistenza sanitaria n. 2 Bassa Friulana – Isontina emetteva due nuove ordinanze di divieto al consumo umano diretto di molluschi pescati nelle zone che dalla costa di Lignano arrivano all’Isola di Sant’Andrea, mantenendo le limitazioni anche per l’area di Porto Buso chiusa da ottobre”. Lo rileva il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Sergo. “Eppure tra le possibili cause da ricercare nel calo dei molluschi la fonte degli sversamenti di escherichia coli e salmonella, o le conseguenze degli sversamenti di sedimenti provenienti dai dragaggi del Fiume Corno e della Laguna in mare, non sono state individuate come priorità da individuare nel convegno”.
“Lo scorso ottobre – ricorda Sergo – venne raccolto un campione di acque reflue depurate da sversare in mare e lo stesso ha riscontrato superamenti tabellari: non solo 41 mila unità fecali di escherichia coli (il limite di legge è fissato in 5 mila), ma, cosa ancor più inquietante, per la prima volta da quando ci occupiamo di questo caso, è stata riscontrata la presenza di salmonella nelle acque sversate a mare dal depuratore di Lignano. Solo al secondo sollecito Arpa Fvg rispose che nella giornata del 17 ottobre avrebbe effettuato ulteriori indagini sulle acque e una visita al depuratore di Lignano ma di quel sopralluogo non si è saputo più nulla”.
In quell’occasione, rammenta ancora il consigliere M5S, Cafc spa si premurò di rassicurare tutti dicendo che quel prelievo (fatto da un’istituzione ufficiale preposta ai controlli sull’impianto) non fosse “rappresentativo in quanto nello stesso giorno è stato fatto un ulteriore campionamento di autocontrollo da parte del laboratorio Cafc che ha dato piena conformità”. “Eppure il 26 novembre 2018 è proprio un rapporto di autocontrollo a riscontrare lo sversamento di 13 mila unità di escherichia coli, quasi il triplo di quanto consentito. – sottolinea Sergo – Le parole di Cafc meritavano la censura da parte di Arpa e della Regione, ma sono state lasciate cadere nel vuoto in quanto funzionali a screditare tutto il nostro lavoro di questi due anni: l’unica a essere screditata però è stata Arpa Fvg, di fatto ritenuta inutile a fronte dei controlli effettuati dal laboratorio della società controllata. Ma anche lo stesso laboratorio di Cafc che evidentemente a volte va bene citare, a volte no. Da un anno e mezzo chiediamo chi stia sversando eschrichia coli ma sta di fatto che, anche dopo il ritrovamento di salmonella nelle acque reflue, Arpa non ha più verificato la presenza di questi batteri nelle acque depurate”.
“Una situazione sempre più paradossale – aggiunge Sergo – se pensiamo che lo stesso 17 ottobre 2018 il Cafc ha pagato una ditta veneta che aveva da poco realizzato nell’impianto una ‘nuova linea acido peracetico’, che dovrebbe servire proprio a disinfettare le acque da sversare in mare. Oltre a chiederci come mai sia stato necessario questo intervento, visto che sui giornali è sempre stato detto che l’impianto funziona benissimo, ci chiediamo anche se tale intervento sia stato risolutivo o una delle tante pezze messe al depuratore”. Lo stesso progettista del Cafc nel gennaio 2018, conclude il consigliere regionale, ammetteva che l’impianto non era ultimato e necessitava di una serie di lavori ma senza fare riferimento alla “nuova linea peracetico”.
Al link le ordinanze: