«Secondo l’Istat le vendite al dettaglio nel 2013 hanno segnato un crollo del 2,7% rispetto all’anno precedente. Si tratta del calo annuo più forte dal 1990 che dimostra ancora una volta come le aperture domenicali indiscriminate non rappresentino la ricetta giusta per far ripartire i consumi nel nostro Paese». Il consigliere del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo critica senza mezze misure anche l’incapacità della politica regionale di contrastare con azioni concrete un fenomeno che va a vantaggio esclusivamente della grande distribuzione.
«Son passati più di 5 mesi da quel 24 settembre 2013 quando tutto il Consiglio regionale, sollecitato dal MoVimento 5 Stelle, si espresse contro le aperture indiscriminate dei negozi nei giorni festivi. Un problema che tocca aspetti economici, sociali e occupazionali molto importanti – ricorda Sergo -. Con un ordine del giorno, oltre a far pressione su Parlamento e Governo, impegnammo la Giunta Serracchiani ad avviare un percorso per stabilire, insieme alle parti sociali e alle categorie coinvolte, un percorso che ci preparasse anche all’eventuale superamento della liberalizzazione voluta dal Governo Monti».
«Tuttora non sappiamo se sia meglio tornare alla legislazione regionale precedente con 29 aperture domenicali, se tornare a quanto previsto nel 2005 (otto aperture), se assecondare i comitati anti liberalizzazione selvaggia che ne chiedono dodici o, per assurdo, se si terrà comunque sempre aperto».
«In questi cinque mesi solo belle parole ma pochi fatti concreti per dare una risposta reale alle piccole medie imprese commerciali della nostra Regione. Siamo stanchi delle prese di posizione solo di facciata, piuttosto la maggioranza dica chiaramente di essere favorevole ai centri commerciali sempre aperti e alla moria dei piccoli negozi».
«In Parlamento, l’intero iter è stato bloccato lo scorso autunno. La Legge, dopo essere approdata in Aula, è tornata in commissione perché si è preferito aspettare uno studio dell’Istat che doveva aiutare i parlamentari a capire se le aperture domenicali rappresentassero un vantaggio o uno svantaggio per il Paese e per le realtà produttive. Il documento, che doveva esser pronto a fine gennaio, è arrivato solo due settimane fa, ma i dati risultavano incompleti e molti di questi si riferivano al 2011, quando ancora non era entrata in vigore la liberalizzazione».
«Invece di aspettare ulteriori dati statistici, basterebbe che i politici si prendessero il tempo per fare una passeggiata nei centri storici delle nostre città – conclude Sergo -. I cittadini, costretti a lavorare ogni domenica e nei giorni festivi, e gli imprenditori onesti, messi in ginocchio dalla concorrenza spietata della grande distribuzione, non meritano di essere presi in giro in questo modo per assecondare gli interessi di pochi».
«Infatti, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, nel 2013 i negozi con meno di 5 addetti hanno avuto una flessione del 3,7% contro quella dello 0,8% della grande distribuzione organizzata, per la quale la crisi esiste ma non in maniera così importante».