Aperture domenicali, Sergo (M5S): «Bene il referendum ma che non sia solo l’ennesima presa in giro»

 

«Durante questo anno e mezzo di battaglie e prese in giro da parte del Partito democratico abbiamo sempre creduto che il referendum fosse “l’ultima spiaggia”, l’ultima cartuccia da sparare. La decisione di arrivare a questo punto è l’ennesima sconfitta per una maggioranza di Governo inesistente, inutile e dannosa per i cittadini e quindi ben venga che l’ultima parola spetti al popolo italiano». Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo commenta così l’ipotesi referendum sulle aperture domenicali.

«Eppure ci sono tante cose che non tornano – aggiunge Sergo -. La prima? Il popolo italiano si è già espresso in materia e il risultato del referendum del 1995 è stato netto e inequivocabile. I cittadini italiani, che sono ben più lungimiranti dei politici, si erano detti. Infatti,contrari all’ipotesi di liberalizzare gli orari degli esercizi commerciali. Purtroppo però, come al solito, i partiti si sonosottomessi alle lobby e alle multinazionali, agevolando la distruzione di quella che era la piccola media impresa “commerciale” italiana, desertificando i centri storici delle nostre città, contribuendo al loro degrado, per favorire invece il fiorire dei centri commerciali nelle nostre periferie».

 

«Ancora oggi si vuole proseguire con questa logica, per esempio, in una città piccola come quella di Udine – ricorda il portavoce M5S -. È del tutto insensato far scegliere ai sindaci se i negozi devono stare chiusi o meno la domenica. Ma ve lo vedete un sindaco di un comune con meno di mille abitanti dove è stato costruito un mega centro commerciale che si oppone alle richieste del magnate di turno di rimanere aperto? Dopo tutto quello che han fatto per approvare varianti e contro varianti e favorirne la costruzione?» si chiede Sergo che attacca. «Adesso, dopo dodici mesi che chiediamo l’abrogazione dell’art. 31 del decreto “Salva Italia” di Monti che al nostro Paese ha causato solo danni e problemi, i politici giocano la carta del referendum? Gli stessi politici che solo un anno fa – senza neanche aver letto la direttiva – dicevano “non possiamo fare niente, la Bolkenstein ce lo impedisce”?».

 

«Ecco, ora questi politici propongono il referendum, ovvero un modo per far passare altro tempo e per evitare che da settembre venga discussa in aula la proposta di legge del MoVimento 5 Stelle, così come promesso prima della chiusura dei lavori dal presidente della Commissione Attività Produttive Epifani – afferma Sergo -. Prima di invocare il referendum non sarebbe meglio fare le dovute pressioni sul Parlamento affinché quel testo di legge venga approvato nel più breve tempo possibile?».

 

«Ovviamente, ciò che interessa ai partiti è far vedere che il MoVimento 5 Stelle non fa niente e non sa far niente. Purtroppo – conclude il consigliere regionale M5S – a questa classe politica non interessa un bel niente dei reali interessi dei cittadini».