“Finalmente si è conclusa positivamente una battaglia politica iniziata nel settembre del 2015 con la petizione firmata da 6.515 cittadini e che noi abbiamo appoggiato presentando ben due emendamenti e un ordine del giorno nel 2015 e una proposta di legge nel novembre 2016. Una intesa attività di pressing e di mediazione con le altre forze politiche che ha portato oggi all’approvazione all’unanimità della proposta di legge sulla fibromialgia e del correlato voto alle Camere e al Governo”. Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai non nasconde la propria soddisfazione per un obiettivo raggiunto dopo quasi 20 mesi di confronti in Commissione e in Aula.
“Siamo particolarmente contenti soprattutto perché, nel testo presentato dalla maggioranza, è stata accolta la nostra proposta di prevedere un livello aggiuntivo di assistenza sanitaria che può portare alla parziale o totale esenzione del ticket per le prestazioni sanitarie. Opzione – spiega Ussai – che, dopo la rilevazione fatta dalla Direzione salute attraverso lo strumento del Registro regionale, potrà scattare qualora venisse accertato che le prestazioni diagnostiche e i trattamenti per questa patologia non siano coperti dagli attuali livelli assistenziali. Bene anche che la giunta Serracchiani abbia accolto il nostro ordine del giorno con cui chiediamo all’esecutivo regionale di individuare uno o più centri di riferimento per le malattie correlate alla fibromialgia”.
“Oltre alle iniziative di sensibilizzazione, di formazione degli operatori sanitari e di ricerca, con questo provvedimento abbiamo assicurato ai cittadini del Friuli Venezia Giulia colpiti da fibromialgia la possibilità di vedersi riconoscere l’esenzione della spesa sanitaria e di essere presi in carico da centri di riferimento specializzati nella diagnosi e nel trattamento di questa patologia. Ora – conclude il consigliere regionale del M5S – ci auguriamo che la fibromialgia venga riconosciuta anche a livello nazionale e che venga inserita fra le malattie che danno diritto alla compartecipazione alla spesa, sperando che questo sia un primo passo per aprire le porte al riconoscimento anche delle altre patologie correlate”.