Approvata all’unanimità la mozione del MoVimento 5 Stelle per ‘promuovere una filiera regionale della ristorazione ospedaliera per garantire la qualità dei pasti per degenti e operatori, sostenere l’economia locale e tutelare i diritti dei lavoratori’. “Un tema particolarmente importante, considerando che una buona alimentazione è parte integrante della terapia, rafforza le difese immunitarie e può ridurre i tempi di degenza, riabilitazione, e il rischio di riospedalizzazione, oltre ad agisce positivamente su autonomia e qualità della vita” rileva il consigliere regionale Andrea Ussai, primo firmatario della mozione.
Il testo, emendato dalla maggioranza, “mantiene invariati gli impegni della nostra mozione – come ha sottolineato lo stesso Ussai – ampliando e specificando i campi di applicazione”. Il documento approvato dall’aula impegna la Giunta ad attivarsi per ‘promuovere una filiera agroalimentare regionale della ristorazione collettiva, compresa quella ospedaliera, che valorizzi l’impiego di prodotti freschi, di stagione, da filiera corta e di prossimità, sostenendo l’economia locale e il contenimento degli impatti ambientali e degli sprechi alimentari’.
Per quanto riguarda, nello specifico, la preparazione del cibo negli ospedali, si punta a ‘mantenere il sistema di produzione espresso o fresco-caldo ove già in dotazione’ e di utilizzarlo come ‘tipologia preferenziale’ nelle altre strutture, ‘con conseguente produzione di pasti in modalità espressa in sede ospedaliera oppure pasti preparati lo stesso giorno vicino alle sedi ospedaliere e sanitarie, garantendo tempi di consegna in grado di preservare le qualità organolettiche e nutrizionali’. Dove non sia possibile adottare questi modelli, si impegna la Giunta a valutare di mantenere la somministrazione di pasti ‘prodotti presso un centro di produzione ubicato in una sede ospedaliera regionale’, conservati per un massimo di cinque giorni. “Un bel passo in avanti rispetto alla situazione attuale negli ospedali di Trieste, Udine e Cividale – commenta il consigliere M5S – dove il cibo proviene da fuori regione e viene consumato anche dopo più di venti giorni di conservazione”.
“Una relazione dell’Università di Trieste, effettuata nel 2018 sugli alimenti serviti nell’ospedale di Cattinara – spiega l’esponente pentastellato –, ha portato alla luce una situazione particolarmente critica. I cibi sono caratterizzati da perdita delle proprietà nutritive, sviluppo di composti ossidati e, in alcuni prodotti, da odori sgradevoli. A questo si aggiungono numerose segnalazioni sullo scarso gradimento dei pasti da parte dei pazienti”.
“La questione riveste una grande importanza per le persone ricoverate, ma rappresenta anche una straordinaria occasione per la filiera agroalimentare del Friuli Venezia Giulia. I dati del 2017, che riguardano la procedura di gara poi ritirata, parlano di un importo di oltre 243 milioni di euro in sette anni per la ristorazione degli enti del Servizio sanitario regionale – conclude Ussai -. Un’opportunità anche economica, quindi, oltre a una necessità per la salute e per un sistema alimentare sostenibile sul piano ambientale e sociale”.