«Il Ministero dell’Interno e Fincantieri hanno sottoscritto il Protocollo Quadro Nazionale di Legalità, finalizzato alla prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. Il protocollo vale anche per Monfalcone e quindi rispetto a prima va considerato come un passo avanti nel contrasto alle mafie sempre più radicate anche nel Friuli Venezia Giulia. Era ora che fossero unificate a livello nazionale le procedure per le verifiche antimafia sulle imprese operanti in appalto e subappalto presso tutte le sedi del Gruppo Fincantieri, ma superando i protocolli già stipulati in altre realtà, si rischia che in alcuni casi i controlli siano anche meno efficaci». Questo il commento del capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo alla firma del protocollo.
«Fa piacere leggere la soddisfazione della presidente Serracchiani per la stipula di un atto richiesto da noi già nel novembre 2015. Restiamo però un po’ stupiti da questa ammissione del rischio di infiltrazioni nella nostra Regione. Rimane da capire cosa si aspetti allora ad approvare una legge “Antimafia” anche nel Friuli Venezia Giulia. Parafrasando infatti la presidente Serracchiani è a maggior ragione inaccettabile che tutta la nostra regione (e non solo lo stabilimento di Panzano) rischi infiltrazioni criminali e l’inquinamento di un tessuto sociale che in passato ha tenuto bene a molte pressioni».
«Migliorare il flusso delle informazioni per garantire la massima trasparenza al sistema delle forniture, degli appalti e dei subappalti che coinvolgono società controllate e fornitori esteri deve essere un obiettivo costante per il più grande gruppo cantieristico italiano che opera anche a Monfalcone. Lascia perplessi però leggere nell’accordo che “Le Prefetture potranno promuovere azioni di accertamento e verifica nei cantieri, coinvolgendo anche l’Ispettorato del Lavoro, l’INPS, l’INAIL e le ASL competenti per territorio. Potranno disporre mirati controlli nei cantieri da parte delle Forze di Polizia, utilizzando gli strumenti previsti dalle norme vigenti”. Come se prima non avessero avuto potere di farlo, quindi cosa cambia?» chiede Sergo.
«Oggi è fondamentale – dopo tutti i casi già emersi di infiltrazione della malavita organizzata in regione – verificare in modo sempre più preciso la sussistenza di eventuali partecipazioni societarie da parte di soggetti direttamente o indirettamente legati alla criminalità. Non possiamo che giudicare positivamente pertanto l’applicazione a livello nazionale dei controlli antimafia alle attività “ad alto rischio di infiltrazioni mafiose”, nonché – aggiunge il consigliere pentastellato – di un forte presidio dedicato al contrasto al fenomeno del “caporalato”».
«Come più volte abbiamo avuto modo di ricordare le infiltrazioni mafiose nel Friuli Venezia Giulia si traducono quasi sempre nella partecipazione societaria o nel finanziamento di imprese oltre che nel settore degli appalti pubblici, in particolare quelli legati alla viabilità, alla logistica portuale e all’edilizia residenziale turistica. Ora che anche il governo Gentiloni e Fincantieri hanno voluto dare un segnale di lotta alla criminalità organizzata, cosa aspetta la giunta Serracchiani e il Consiglio regionale a fare altrettanto?» si domanda il capogruppo del M5S.
«Sono trascorsi più 15 mesi da quando abbiamo depositato la nostra proposta di legge “Antimafia” che – tra le altre cose – prevede l’istituzione dell’Osservatorio regionale Antimafia, interventi di prevenzione e contrasto dell’usura e – conclude Sergo – azioni di sostegno alle vittime della malavita organizzata».