“Con la nostra mozione, abbiamo voluto portare all’attenzione del Consiglio regionale la questione di Julian Assange, rilevante e di interesse internazionale perché a essere compromessi sono la libertà di stampa e il diritto d’informazione. La discussione cade nel giorno in cui a Londra verrà decisa l’estradizione negli Stati Uniti, che se avesse seguito, comporterebbe per Assange il rischio di una condanna fino a 175 anni di carcere”.
Ad annunciare in una nota la discussione di una mozione in Consiglio regionale per esprimere solidarietà al fondatore del sito Wikileaks è l’esponente del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi, che da anni segue questa vicenda insieme all’europarlamentare Sabrina Pignedoli.
“Parliamo di una vicenda umana e giudiziaria senza precedenti. Assange – ricorda Capozzi – è un informatico, giornalista, la cui attività è divenuta di interesse globale quando sono state pubblicate le prove di abusi compiuti dalle truppe americane in Iraq e Afghanistan, oltre ad atti di spionaggio compiuti dalle agenzie governative americane nei confronti di altri Paesi: parliamo di informazioni vere, e rilevanti per l’opinione pubblica”.
“Si sono espresse al riguardo e ne hanno chiesto la scarcerazione numerose associazioni, in primis Amnesty International. La sua detenzione, infine fa specie soprattutto per il periodo storico in cui avviene, in cui l’Occidente – ribadisce Pignedoli – è impegnato in una dura condanna contro la censura e la discriminazione delle voci dissidenti in Paesi come Russia e Cina. Assange è un caso emblematico”.
“Quello che sta subendo non riguarda solo lui, la sua famiglia e i giornalisti di WikiLeaks: riguarda tutti noi. È a rischio il nostro diritto di conoscere, in quanto cittadini, cosa fanno i Governi che ci rappresentano, soprattutto quando ci sono in gioco gravi violazioni di diritti umani. Assange – concludono le due portavoci M5S – costituisce un’occasione di riflessione sul diritto fondamentale della libertà di informazione, riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Costituzione. Se ci diciamo oppositori dell’autocrazia, non possiamo non difendere il tratto più distintivo della nostra democrazia, ovvero la libertà di informazione”.