«Il presidente del Consorzio per l’Acquedotto del Friuli Centrale ha gettato la maschera. Eddi Gomboso, intervenuto in IV commissione consiliare per le audizioni sulla proposta di Legge n. 135 a prima firma Boem (Pd), ha attaccato infatti il libero utilizzo da parte dei cittadini dei pozzi artesiani della Bassa pianura friulana e pordenonese. Un attacco scomposto ma che ha fatto chiarezza sulle reali intenzioni dei vertici del Cafc in merito alla realizzazione dell’inutile acquedotto». Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Cristian Sergo commenta così le dichiarazioni di Gomboso.
«Il presidente del Cafc considera l’approvvigionamento da pozzo artesiano una sorta di “deregulation strana” quando invece il prelievo dai pozzi è previsto dalla legge e né il Cafc né la Regione possono obbligare i cittadini ad allacciarsi all’acquedotto – sottolinea Sergo -. Durante il suo intervento in Consiglio regionale, inoltre, il Presidente ha parlato esplicitamente di “problema dei pozzi artesiani da risolvere”, ricordando come da 35 anni si parla di dotare di un acquedotto la Bassa friulana. Gomboso è arrivato a dire che non si è fatto un “tubo” in tutto questo tempo, rimarcando infine la necessità che la Regione “prenda il toro per le corna” e affronti questo problema una volta per tutte».
«Nonostante i continui attacchi subiti, noi sosteniamo da diverso tempo che questo è il fine ultimo dietro le norme per la strozzatura dei pozzi. Un anno fa, grazie al nostro intervento, abbiamo evitato ai cittadini friulani una spesa tanto folle quanto inutile già prevista nel Piano d’ambito trentennale. Il MoVimento 5 Stelle – ricorda il consigliere regionale – è riuscito infatti a far modificare il Piano, prevedendo interventi meno costosi e più facilmente realizzabili per risolvere i problemi – laddove presenti – legati alla qualità dell’acqua».
«Eppure quel piano non l’ha scritto Gomboso o il Cafc ma l’hanno votato tutti i sindaci dell’assemblea. Non l’ha scritto nemmeno l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito, la quale – aggiunge Sergo – solo pochi giorni fa in Aula rassicurava i consiglieri affermando che “non c’è mai stata una volontà di arrivare alla chiusura dei pozzi artesiani, o di fare una battaglia contro i pozzi, o di “acquedottizzare” o di compromettere determinate sensibilità territoriali”. Eppure – conclude il portavoce M5S – sembrano ogni giorno più evidenti i reali obiettivi di chi gestisce un bene prezioso come l’acqua nella Bassa friulana