“Nell’attesa di vedere un reale rinforzo della santità territoriale, che dovrebbe fare da filtro per l’ospedale, avevamo elogiato la volontà della Dirigenza dell’AAS2 di ridurre i tempi di attesa per i pazienti che accedono al Pronto Soccorso di Monfalcone attraverso l’attivazione sperimentale di un ambulatorio per i codici bianchi e verdi, al fine di ridurre la possibilità di eventi avversi agli utenti in attesa con patologie non urgenti e ridurre la conflittualità con gli operatori sanitari, ma aspettiamo una risposta rispetto al metodo di affidamento, visto che qualcosa non ci torna”. Questo il commento del consigliere regionale del M5S Andrea Ussai che già al’inizio di agosto aveva presentato un’apposita interrogazione all’assessore regionale alla sanità.
“Le criticità che caratterizzano Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza di Monfalcone – prosegue Ussai – sono da tempo evidenziate dal disagio degli utenti e degli operatori sanitari causato dal sovraffollamento. Non si capisce quindi da dove derivi il carattere di urgenza che ha portato a non aspettare i tempi necessari a concludere una normale procedura di gara, preferendo interpellare e affidare direttamente alla Croce Rossa di Mestre l’immediata costituzione dell’ambulatorio codici bianchi e verdi, composto da un medico e un infermiere. Soprattutto perché, come si evince dal decreto n° 415 di fine luglio, il 12 dello stesso mese, ben prima dell’affidamento, si conosceva l’elenco dei medici “Libero Professionisti” idonei che avevano dato la disponibilità ad attivare in via sperimentale per 6 mesi l’ambulatorio, dopo che il 1 luglio l’Azienda aveva indetto un avviso ad evidenza pubblica per l’attivazione di contratti di lavoro autonomo per l’attività della nuova struttura”.
“Da sottolineare inoltre che il compenso per questi ultimi è di 40 euro lordi l’ora mentre quello per il pull di personale fornito dalla cooperativa (medico e infermiere) è più del doppio (90 euro Iva esente) – rileva il consigliere regionale -. Va infine rimarcato come a nostro avviso si sarebbero potuti coinvolgere in questo progetto da subito anche i Medici di continuità assistenziale. Oggi dalla stampa apprendiamo che l’azienda ha aperto a questa possibilità ma non ha voluto ancora chiarire i nostri dubbi e anzi sembra voglia continuare con collaborazione con la Croce Verde di Mestre. Siamo certi che l’azienda saprà giustificare queste scelte, che sicuramente saranno stata mossa dalle più buone intenzioni”.