Nell’ultimo mese un nuovo “giallo” ha interessato il Consorzio Aussa Corno. Tutto parte dai primi di ottobre quando la Regione revocava alcuni contributi concessi circa 5 anni fa alla Ziac per l’acquisizione e la rinaturalizzazione di alcune aree, la cosiddetta Punta Planais o Punta Sud. La Regione contestava i ritardi dei lavori che nonostante le reiterate proroghe non son mai partiti. Considerata la disastrosa situazione dell’ente, questo non veniva più ritenuto capace di usufruire del contributo.
Con tre decreti, pertanto, venivano revocati 4 milioni di euro. Una buona parte di queste risorse doveva servire anche al pagamento degli interessi dei mutui contratti per l’acquisto dei beni. Acquisto che sarebbe effettivamente avvenuto nel 2010 e su cui abbiamo già iniziato ad approfondire.
Qualcuno in Consiglio regionale, però, ha voluto stoppare questa operazione. Prima è stata depositata una mozione dai consiglieri regionali Cargnelutti e Colautti – entrambi del Nuovo Centrodestra – con cui hanno chiesto alla Regione la conferma dei tre contributi per non sferrare il “colpo di grazia” all’Aussa Corno. Poi il 27 ottobre i consiglieri Paviotti, Moretti, Lauri, Riccardi, Cargnelutti, Tondo e Travanut hanno presentato in Aula un emendamento al disegno di legge n. 116 condiviso da Cittadini-Pd-Sel-FI-Ncd-AR, finalizzato a confermare i contributi.
Superfluo notare che del “gruppone” non fa parte il MoVimento 5 Stelle.
Durante la discussione in Aula, abbiamo chiesto che cosa si stesse confermando dato che i contributi, di fatto, non erano più a disposizione dell’Ente. Anche perché il Consorzio viene da 4 bilanci chiusi (pesantemente) in rosso e proprio per questo, secondo la Corte dei Conti, non può ottenere ulteriori risorse da parte della Regione.
Ovviamente non ci hanno consegnato i decreti prima della votazione, cosa che avevamo richiesto espressamente, e l’emendamento bipartisan è passato con i voti favorevoli di tutti i consiglieri, tranne – scontato sottolinearlo – quelli dei cinque portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
Dopo un vero e proprio pressing sugli uffici competenti della Regione abbiamo potuto visionare finalmente i tre “famosi” decreti. Nel frattempo la Procura si è mossa e dalle notizie di stampa pare abbia avviato un’indagine anche su questa vicenda, noi comunque ci rivolgeremo anche alla Corte dei Conti per far verificare la correttezza anche di queste operazioni portate avanti dai partiti che governano e che hanno governato il Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni.
È da quando è iniziata la legislatura che si parla di quanto è successo a San Giorgio di Nogaro, con una differenza: noi continuiamo a cercare la verità e gli eventuali responsabili del dissesto, gli altri partiti continuano a voler erogare risorse ad un ente in costante perdita.