AUTONOMIA: SPECIALITÀ SPRECATA DA UNA POLITICA INCAPACE

«Il punto politico focale in questo momento storico è la situazione dell’autonomia della nostra regione. È necessario fare chiarezza in merito ai rapporti finanziari fra Stato e Regione, altrimenti il rischio di non poter garantire questa autonomia è sempre più alto. Su questo siamo d’accordo, anche perché noi del MoVimento 5 Stelle siamo convinti che l’autonomia, che deriva al Friuli Venezia Giulia dall’essere una regione a statuto speciale, sia la forma di governo più vicina ai cittadini. È bene però fare un po’ di chiarezza sullo stato di salute della nostra autonomia». Con queste parole oggi ha aperto il suo intervento in Consiglio regionale la portavoce del M5S Elena Bianchi durante il dibattito sulla Legge di assestamento.
«Secondo uno studio condotto recentemente dall’importante costituzionalista Gianfranco Cerea proprio sulle regioni a statuto speciale, siamo venuti a sapere che il Friuli Venezia Giulia finora ha approvato 42 norme di attuazione dello statuto, così come la Sicilia e la Valle d’Aosta, mentre la Sardegna ne ha approvate molte di meno. La nostra regione – ha puntualizzato Bianchi – risulta però molto molto indietro rispetto al Trentino Alto Adige che è riuscito ad approvare ben 165 norme di attuazione dello statuto».
«Senza dimenticare che, fra le regioni a statuto speciale, la nostra è l’ultima ad aver conquistato questo status particolare – appena nel 1963 (le altre fra il 1946 e il 1948) -, bisogna nel contempo sottolineare che anche nella definizione delle compartecipazioni la nostra è arrivata per ultima e, almeno in origine, ha avuto meno risorse da gestire. Facendo però una comparazione con il Trentino Alto Adige, non possiamo non rilevare che questa regione presenta compartecipazioni – teoriche – per nove decimi dei tributi. Bene, con questi nove decimi il Trentino Alto Adige ha attuato il 90 per cento delle competenze che precedentemente erano in capo allo Stato».
«Il Friuli Venezia Giulia presenta invece compartecipazioni per sei decimi dei tributi e con questi sei decimi finora ha attuato appena il 30 per cento delle competenze. È evidente – ha attaccato la portavoce del M5S – che c’è qualcosa che non va! Con le risorse che abbiamo a disposizione stiamo ottenendo dei risultati ben al di sotto delle nostre possibilità».
«È venuto il momento di guardare con attenzione come stiamo utilizzando le nostre risorse, in che modo possiamo recuperare nuove competenze, quale sia la direzione che vogliamo intraprendere. Altrimenti, con questi numeri, con queste performance, siamo veramente molto vicini a tutte le altre regioni che – ha concluso Bianchi – non possono vantare uno statuto speciale come il nostro».