“Attendiamo da mesi la risposta alla nostra interrogazione, presentata il 16 aprile scorso, proprio per confrontarci sui numeri che sono emersi dalle nostre richieste di accesso agli atti”. Lo afferma il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, commentando la notizia delle ispezioni del Ministero della Salute negli ospedali del Friuli Venezia Giulia, legati ai numeri delle terapie intensive in regione messi sotto la lente d’ingrandimento lo scorso aprile dall’Associazione anestesisti e dagli stessi esponenti pentastellati.
“I dati confermerebbero la versione secondo cui la Regione abbia sottostimato le terapie intensive in Friuli Venezia Giulia, nonostante le rassicurazioni di Fedriga sulla bontà dei numeri e sulla massima trasparenza della dell’amministrazione regionale e dopo gli attacchi dei colleghi filogovernativi al presidente regionale dell’Associazione anestesisti” continua Ussai, ricordando come il MoVimento 5 Stelle si sia interessato alla vicenda, a livello nazionale e regionale, con accessi agli atti e interrogazioni, fino all’esposto in Procura.
“Già lo scorso 6 aprile avevamo sollevato dubbi su 14 posti di sub-intensiva a Gorizia in cui, stando alle dichiarazioni del responsabile del presidio ospedaliero, vi erano anche pazienti intubati – ricorda il consigliere M5S -. Perplessità confermate nei giorni successivi anche dall’Associazione regionale anestesisti rianimatori che, anche dopo l’incontro con l’assessore Riccardi, affermava come sia stato ‘chiaramente riconosciuto e confermato che si tratta di veri e propri posti letto di terapia intensiva’ ma che ‘non è stato spiegato il perché questi pazienti non siano stati segnalati nei report giornalieri regionali’”.
“L’11 aprile il direttore dell’ospedale di Gorizia dispose che dal giorno successivo 8 posti letto della struttura isontina venissero conteggiati come terapia intensiva Covid e 7 come semi-intensiva. Il giorno dopo abbiamo assistito ad un anomalo dato di 15 nuovi accessi in terapia intensiva a livello regionale, lasciando il dubbio che prima quegli stessi posti non venissero conteggiati nel report giornaliero – conclude Ussai -. A distanza di quasi quattro mesi, è arrivato il momento di fare finalmente chiarezza su questa vicenda”.