«Lo scandalo della finta emergenza ambientale nella laguna di Grado e Marano, utilizzata dal 2002 al 2012 per ottenere finanziamenti pubblici dimostra una volta di più quanto vadano al più presto perfezionate le procedure amministrative in materia di bonifica. Bisogna eliminare qualsiasi “zona grigia” per ridurre ulteriormente la possibilità che possano essere commessi atti illeciti e truffe ai danni dello Stato come quelli ipotizzati dalle Procure di Roma e Udine». La richiesta è contenuta in una interrogazione depositata dal portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera Aris Prodani.
«La magistratura ha ricostruito con dovizia di particolari – grazie a intercettazioni e testimonianze – un sistema di finte rappresentazioni ambientali, di appalti milionari per lavori di carotaggio, analisi e bonifiche mai realizzati o semplicemente non necessari e di tangenti camuffate da transazioni ambientali – ricorda il segretario della Commissione attività produttive della Camera -. È inaccettabile però che per dieci anni si sia sostenuta l’esistenza dell’inquinamento da metilmercurio – un neurotossico di origine industriale – per tutta la laguna sottoposta a commissariamento».
«È giusto che su questo tema si faccia chiarezza una volta per tutte – aggiunge il portavoce M5S in Consiglio regionale Cristian Sergo -. Lo scorso 21 luglio abbiamo depositato un’interrogazione per capire dalla Regione a che punto siamo con i dragaggi e con i cronoprogrammi annunciati per l’ennesima volta dalla giunta Serracchiani e quali fossero state le indicazioni operative dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa). Noi stiamo seguendo molto da vicino con i meetup della bassa friulana queste tematiche, che riguardano la laguna ma anche la Zona Industriale Aussa Corno. Siamo convinti – conclude Sergo – che proprio dalle risultanze di queste indagini e dalle risposta del ministro e dell’assessore regionale alle nostre interrogazioni si possa finalmente iniziare a pensare a questi territori in maniera del tutto nuova».