“La giunta regionale ha sancito, lo scorso 15 marzo, la condanna a morte dei cinghiali del nostro territorio, approvando che il numero di capi prelevabili è illimitato. Nella delibera di Giunta si riportano i dati degli investimenti effettuati per opere alternative all’abbattimento e notiamo che la cifra investita è irrisoria, ma non ci stupisce per niente. Per anni abbiamo chiesto maggiori risorse e auspicato maggiori interventi privati per la prevenzione ma abbiamo capito che costa meno sparare. I dati forniti si riferiscono ancora al 2022, anno in cui sono stati spesi 171.000 euro”. A rendere noti i contenuti della delibera sul Piano di controllo dei Cinghiali sono per il MoVimento 5 Stelle la consigliera regionale Rosaria Capozzi, la coordinatrice regionale Elena Danielis e la coordinatrice provinciale di Gorizia M5S Ilaria Dal Zovo.
“Nella delibera però ci sono anche altri dati. Uno si riferisce ai 53 mila cinghiali abbattuti dal 2000 al 2023 (una media di sei al giorno), con l’ultima annata che è stata in linea con quella di dieci anni fa. L’altro – riferisce la consigliera Capozzi – si riferisce agli indennizzi per i danni causati da cinghiali, che negli ultimi due anni sono stati all’incirca 190 mila euro, una cifra di poco superiore a quanto speso per la prevenzione”.
“Lascia alquanto perplessi l’ultimo paragrafo, laddove si ritiene che il disturbo arrecato dal Piano di controllo nei siti della Rete Natura 2000 non rappresenti un fattore di minaccia per le specie oggetto di tutela ‘in particolare’ per quanto riguarda il metodo di cattura con gabbie-trappola, il che significa – ribadisce la coordinatrice provinciale Dal Zovo – che non sia l’unico metodo di prelievo ipotizzato, un altro metodo potrebbe essere l’uso delle armi”.
“Tutto questo, si somma ad una proposta di legge, presentata da un esponente della Lega, che la nostra forza politica sta già combattendo in parlamento. Una proposta di legge pericolosa – conclude la coordinatrice regionale Elena Danielis – presentata dall’onorevole Bruzzone che intende, di fatto, liberalizzare la caccia nel nostro Paese, attraverso l’allungamento della stagione venatoria, zero tutele per gli uccelli utilizzati come richiami vivi, caccia 7 giorni su 7, utilizzo di visori termici e molto altro. Il sogno di ogni cacciatore”.